La posta in gioco per il prossimo presidente degli Stati Uniti è un aumento della spesa senza precedenti per rafforzare le frontiere e allontanare le persone che si trovano illegalmente negli Stati Uniti, per nuovi tagli alle tasse, per deregolamentare il settore dell’energia – oltre, con ogni probabilità, a enormi tagli alla spesa per contribuire a pagare tutto questo. Per avere un’idea delle cifre in ballo, il Committee for a Responsible Federal Budget (CRFB), un’organizzazione no-profit che si occupa di questioni fiscali e di bilancio federale, stima che l’estensione dei tagli fiscali potrebbe costare 5.000 miliardi di dollari in 10 anni.
I tempi previsti dalla nuova amministrazione dovrebbero essere strettissimi: il 20 gennaio si insedia il nuovo presidente, in pochi giorni il mega pacchetto verrebbe elaborato e presentato alla Camera dei Rappresentanti per essere messo ai voti già all’inizio di aprile.
Lo ha confermato lo stesso presidente repubblicano della Camera, Mike Johnson, in un’intervista a Fox News. Lo Speaker ha anche promesso di includere una disposizione per innalzare (o forse anche abolire) il tetto del debito. “Il Presidente ci ha chiesto di risolvere la crisi del tetto del debito prima che ci colpisca a giugno”, ha detto a Fox News.


