Viaggio nelle sigle anarchiche e tra i compagni a mano armata

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La morte di Ramy Elgani ha dato nuova linfa alla galassia antagonista. Dopo le manifestazioni pro Palestina, centri sociali, collettivi universitari e anarchici, hanno trovato un altro motivo per scatenare la guerriglia contro le forze dell’ordine e il governo.

Da Torino a Milano, passando per Bologna e Roma, dietro agli scontri di piazza si nascondono le frange dell’eversione. Proprio nel capoluogo piemontese, a tirare le fila dei disordini che si sono verificati nei giorni scorsi e non solo, c’è anche lo storico centro sociale Askatasuna, da tempo al centro delle polemiche per il progetto del Comune di Torino che riguarda una «co-progettazione» per integrare l’ex asilo dell’Opera Pia Reynero, sede dell’Askatasuna, nel tessuto sociale e culturale della città. Iniziativa che ha suscitato aspre polemiche, soprattutto riguardo alla «legalizzazione» di un centro sociale responsabile di occupazione abusiva e manifestazioni non autorizzate.

Lo stesso centro sociale, inoltre, è al centro di una vicenda giudiziaria che proprio ieri ha visto chiedere, da parte l’Avvocatura dello Stato, una richiesta danni per oltre 6,8 milioni di euro nei confronti degli esponenti di Askatasuna, attualmente a processo a Torino, riguardo, tra l’altro, le spese sostenute in occasioni manifestazioni contro la realizzazione della linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione in Valsusa.