Il responsabile della Direzione nazionale dell’emergenza sanitaria ha puntualizzato la situazione del bimbo di un anno fatto giungere a Tirana tramite volo aereo assieme alla famiglia
Il dottor Skender Brataj, nel corso di una intervista rilasciata ai mass media, ha fornito dettagli sullo stato di salute del bambino di origine palestinese che, in concomitanza con il patto di armistizio fra Israele e Hamas, ha potuto raggiungere l’Europa con la propria famiglia. Il piccolo, dell’età di appena un anno, si trova tutt’ora nel centro ospedaliero universitario Madre Teresa della capitale Tirana, costantemente monitorato in ragione delle proprie condizioni critiche di base che hanno reso necessari dei trattamenti post intubazione.
“Tutti i Paesi, soprattutto quelli facenti parte del Comitato europeo, sono particolarmente preoccupati per i bambini, perché non si tratta solo della loro gestione dal punto di vista emergenziale immediato, ma anche di quando escono dalla rianimazione poiché devono essere sottoposti a un ulteriore trattamento ex post. Il Comitato europeo, in collaborazione con tutti i Paesi e con l’OMS, ha disposto la ripartizione di molti bambini originari di Gaza fra diversi Paesi, e l’arrivo di questo piccolo di appena un anno in Albania è avvenuto contemporaneamente con altri tre Paesi: Romania, Norvegia e un altro Stato oltre all’Albania, perché richiedono un certo tempo collaborando soprattutto con i Ministeri della Salute. Nel nostro caso, si è trattato della richiesta nei confronti del nostro Dicastero competente, che con le proprie strutture, ossia l’Emergenza nazionale e l’Ospedale Madre Teresa, ha messo a disposizione tutto il personale e la struttura per seguire tale bambino in condizioni molto critiche. Il piccolo infatti è stato intubato, ha avuto complicazioni post-intubazione e ovviamente deve essere seguito per qualche tempo perché potrebbe esserci delle complicazioni”, ha ricordato il dottor Brataj.
L’Albania fa parte del gruppo di Paesi contattati dalla UE, dalla Protezione civile e dall’Organizzazione mondiale della sanità: “La garanzia di un posto da assegnare a questo bambino ci ha messi tutti in moto. Quello che posso dire è che mentre abbiamo portato il piccolo in pediatria al Madre Teresa, dopo che era stato accolto e assistito, la sorella di vent’anni e il fratellino di 3 sono stati assegnati al centro profughi di Tirana poiché ci hanno detto che il bambino era agitato e che il resto della famiglia tremava di paura nel pensiero delle bombe che continuavano a perseguitarli tragicamente a livello di shock e di trauma psicologico”, ha concluso il Responsabile del dipartimento nazionale delle Emergenze.




