Giornata nazionale del rispetto, Mattarella: “Valore universale e antidoto contro l’odio”

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La Giornata nazionale del rispetto si celebra nel giorno della nascita di Willy Monteiro Duarte, brutalmente assassinato nel tentativo di difendere un amico in difficoltà. Istituita dal Parlamento nel 2024, intende contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica circa la necessità di prevenire e contrastare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo”. Lo scrive in una nota il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale del rispetto.

“Rispetto – sottolinea il Capo dello Stato – è valore universale in ogni dimensione. Rispetto verso sé stessi, rispetto verso gli altri, rispetto verso il pianeta: rappresentano il primo passo per una società vivibile, che assume i criteri della solidarietà, della coesione sociale, della reciproca accoglienza, della sostenibilità.
Sono principi costituzionali che animano e rendono autentica la nostra democrazia”.

“Rispetto è antidoto contro l’odio, la discriminazione, la violenza e la prepotenza che tendono, talvolta, a riproporsi come segno di affermazione, laddove corrispondono, invece, a manifestazione di fragilità e incertezze. Famiglie, insegnanti, agenzie educative, hanno tutte un ruolo nella promozione del valore del rispetto, specie tra i giovani, per renderli donne e uomini capaci di costruire comunità solide e unite”, prosegue Mattarella, che aggiunge: “Rispetto è segno di maturità: significa scegliere di godere della propria libertà appieno, in armonia con gli altri e con sé stessi, in un contesto che garantisce diritti e responsabilità di ciascuno. Essere rispettosi è esercizio di libertà”.

E a sorpresa il Presidente Mattarella ha visitato la scuola De Amicis di Palermo. Una visita non prevista alla classe di quinta elementare che lo scorso novembre venne insultata da alcuni passanti durante un’iniziativa per promuovere la lettura nel centro città. “Siete tutti strani”. Con frasi come questa vennero apostrofati dagli adulti i 20 bambini che fanno la quinta elementare nella sezione C dell’istituto De Amicis-Da Vinci. E che sono tutti italiani. Ma sedici di loro sono figli di genitori ghanesi e mauriziani.
Il Capo dello Stato ha risposto alle domande dei bambini prima di incontrare la dirigente scolastica.