Oggi, ricordiamo la scomparsa di Frederick Douglass, avvenuta in questo giorno nel 1895 a Washington, negli Stati Uniti. Scrittore, oratore, editore, politico, riformatore e abolizionista, fu anche un fervente sostenitore del diritto di voto per le donne statunitensi.
Nato in schiavitù nel 1818, nella Contea di Talbot, nel Maryland, da padre ignoto, venne separato dalla madre nella prima infanzia e, all’età di sette anni, anche dalla nonna, alla quale era stato temporaneamente affidato. Fu quindi trasferito in un’altra piantagione per lavorare. In quegli anni, la legge vietava di insegnare a leggere agli schiavi, ma a 12 anni una sua padrona gli insegnò l’alfabeto. Douglass continuò a istruirsi da solo, imparando a leggere e scrivere grazie ai ragazzini bianchi del vicinato e alle persone con cui lavorava. Già in giovane età aveva chiari i concetti di libertà e di diritti civili.
Dopo vari tentativi di fuga, nel 1838, a 20 anni, riuscì finalmente a scappare. Con documenti falsi e un travestimento da marinaio, affrontò un viaggio tra traghetto, treno e battello a vapore fino a raggiungere New York. Qui divenne un attivista abolizionista e iniziò a tenere discorsi e conferenze contro la schiavitù, anche in Gran Bretagna e in Irlanda.
Fu tra i primi sostenitori dell’abolizione della segregazione razziale nelle scuole e si batté con determinazione contro ogni forma di razzismo e discriminazione. Soprannominato il “Saggio di Anacostia” (dal nome di un quartiere di Washington), fu un convinto sostenitore dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, indipendentemente da razza e genere, includendo nella sua lotta anche le donne, i nativi americani e gli immigrati.
Fu ordinato ministro di culto della Chiesa Metodista Episcopale Africana e nel 1872 divenne il primo afroamericano a essere candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Nel 1877 fu nominato Maresciallo degli Stati Uniti.
Dopo la sua morte, la sua casa fu trasformata in monumento di interesse nazionale con la denominazione di “Frederick Douglass National Historic Site”, a testimonianza del suo straordinario contributo alla storia degli Stati Uniti.
Questa è una mia opera realizzata a grafite in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci



