Molestie sul lavoro, le donne chiedono tutele e informazione

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girl holding a paper with the inscription.

Sono davvero troppo diffuse, le molestie e anche le violenze nei luoghi di lavoro pubblici. È quel che emerge da una ricerca lanciata lo scorso 25 novembre dalla Fp Cgil Nazionale. E di testimonianze e messaggi come questo ne sono stati raccolti numerosi:

“Due anni fa una studentessa al secondo anno di infermieristica è stata violentata da un infermiere. Spesso ho subito direttamente frecciatine e commenti a sfondo sessuale da pazienti uomini”.

Squarciano il velo di una realtà che si fa fatica a raccontare anche per una sorta di omertà che regna nei luoghi di lavoro.
Più di mille segnalazioni

La ricerca non è ancora completa, ma la Fp ha deciso di presentare i dati fin qui raccolti in occasione dell’8 marzo, giornata e non festa delle donne, e la presentazione non a caso si è svolta il 6 marzo, alla Camera dei Deputati. Una delle richieste che arriva con forza da quanti e quante hanno risposto al questionario è una legge che preveda un congedo retribuito per le vittime di violenza. Sono arrivate 1200 segnalazioni e l’analisi presentata si limita ad analizzare tre dei comparti maggiormente rappresentativi nella raccolta dati: funzioni centrali, funzioni locali e sanità pubblica.
Risultati amari

Violenza e molestie sembrano pratiche diffuse anche se poco se ne parla. “Dai dati emersi sembrerebbe quasi essere normale interfacciarsi con casi di molestia o violenza all’interno del proprio luogo di lavoro, soprattutto se si lavora nell’ambito della sanità pubblica”. Non solo, quel che appare forse più amaro da mandar giù è che la maggior parte degli intervistati valuta in maniera non soddisfacente la disponibilità e l’efficacia dei servizi a supporto delle vittime di violenza. I dati parlano chiaro: “La media delle risposte mostra, infatti, che la percezione dell’adeguatezza dei servizi non raggiunge la sufficienza, attestandosi tra il 3,63 e il 4,82 su 10”.