Naufragio nella notte a largo della Tunisia, 18 morti. Soccorse 612 persone: molti bambini e donne

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La guardia nazionale tunisina ha soccorso 612 migranti e recuperato i corpi di altre 18 persone in diverse operazioni notturne al largo della costa mediterranea del paese. Le immagini diffuse della guardia costiera tunisina mostrano persone esauste, a volte con in mano boe nere, tra cui donne e bambini, alcuni dei quali sembrano morti.

I sopravvissuti sono stati salvati dopo che le loro imbarcazioni si sono capovolte in diverse operazioni nella regione di Sfax. Le autorità tunisine hanno affermato che i migranti a bordo erano tutti provenienti da paesi dell’Africa subsahariana che tentavano di attraversare il mare per raggiungere l’Europa.

Le unità della guardia marittima nella zona centrale del Paese “sono riuscite a sventare diversi tentativi separati di raggiungere clandestinamente il territorio europeo”, si legge in una nota della Guardia Nazionale. Le riprese video mostrano almeno un corpo che galleggia in mare, uomini, donne e bambini in grave pericolo su un’imbarcazione più grande e altri che cercano di nuotare verso la nave della guardia costiera. Mostrano anche una donna che lotta per sollevare un bambino, il cui corpo è rigido e visibilmente senza vita, e metterlo sulla barca di salvataggio.

Gli altri migranti salvati, completamente esausti, bevono l’acqua versata con cura dai soccorritori. Insieme alla Libia, la Tunisia, le cui coste distano in alcuni punti meno di 150 km dall’isola italiana di Lampedusa, è diventata negli ultimi anni il principale punto di partenza nel Nord Africa per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa.

Migliaia di migranti subsahariani, secondo fonti umanitarie tra 20.000 e 25.000, sono stipati da mesi in accampamenti di fortuna, senza acqua potabile, servizi igienici o assistenza medica, in mezzo agli uliveti vicino a villaggi come El Amra, circa trenta chilometri a nord di Sfax, vicino a spiagge da cui regolarmente avvengono partenze illegali.

Molti sono stati cacciati da Sfax, la seconda città più grande della Tunisia, dall’autunno del 2023, mentre altri sono arrivati negli ultimi mesi. L’Organizzazione mondiale contro la tortura (OMCT) ha denunciato in un rapporto pubblicato a gennaio il fatto che i migranti subsahariani si trovano spesso “privati di soluzioni abitative e abbandonati in una situazione precaria e pericolosa”. Secondo un comunicato stampa dell’Unicef pubblicato all’inizio di gennaio, il numero di migranti uccisi o dispersi nel Mediterraneo “ha superato le 2.200 persone nel 2024, tra cui quasi 1.700 vite perse” sulla pericolosa rotta del Mediterraneo centrale, tra il Nord Africa e le coste italiane.