L’economia mondiale è nelle mani di Donald Trump almeno per i prossimi due o tre giorni, fino a quando non sarà chiaro quali dazi il presidente americano imporrà il 2 aprile, da lui ribattezzato il “giorno della liberazione” americana dalla morsa di chi per decenni ha approfittato degli Stati Uniti.
In attesa che Trump sveli le sue carte e che l’Europa annunci la sua risposta, le borse mondiali affondano appesantite dall’incertezza e soprattutto dalla paura della stagflazione.
“Gli Stati Uniti sperimenteranno un boom, avremo successo come mai prima”, ha detto il presidente liquidando i timori che dilagano sui mercati finanziari, dove l’incertezza è il nemico numero uno. Anche la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva, in una intervista a Reuters, dice di non vedere all’orizzonte né recessione né stagflazione: l’economia Usa andrà forse “un po’ meno bene del solito”. Ma si dice anche preoccupata per “la capacità di assorbimento delle economie di ulteriori shock” e ricorda che i dazi creano incertezza, influendo sulla fiducia già in calo di consumatori e investitori



