La tragedia odierna avvenuta a Napoli, dove la vittima, nuovo compagno di una donna, aveva già denunciato due volte l’ex di quest’ultima, rivelatosi poi l’omicida/suicida, conferma la circostanza che anche in caso di tempestiva denuncia il potenziale soggetto in pericolo non gode di alcuna tutela istituzionale
Il dramma odierno della gelosia è anche una risposta indiretta a chi, dopo i fatti barbari di Messina, ha cercato di colpevolizzare la povera Sara Campanella asserendo che la stessa avrebbe dovuto segnalare tempestivamente e fin da subito alle autorità di legge le ossessive molestie che subiva, da due anni oramai, dal proprio collega di studi universitari Stefano Argentino
Tre delitti passionali in una settimana, con un bilancio di quattro morti, dal momento che oggi in provincia di Napoli l’assassino del proprio rivale in amore si è poi subito dopo tolto la vita. La vicenda è quella di Andrea Izzo, uno skipper con la passione delle armi che era in crisi con la propria ex compagna la quale, nel frattempo e del tutto liberamente, aveva intrapreso una relazione con l’ex bancario e culturista Mirko Gargiulo. Questi, a seguito di minacce ricevute dal primo, aveva sporto ben due denunce, che però non sono servite a salvarlo quando oggi, lungo le strade napoletane, è stato raggiunto da Izzo che prima lo ha freddato con più colpi di pistola – sparati dallo skipper dall’arma che regolarmente deteneva – e poi, dopo avere inviato alla donna la foto del cadavere crivellato, ha raggiunto una zona isolata per togliersi la vita a propria volta.
Le cronache riferiscono, in senso drammaticamente più complessivo, l’assoluta inutilità e inefficacia dello strumento della denuncia connessa a vicende di carattere passionale, poiché pure nell’episodio avvenuto oggi può parlarsi di un caso di stalking avvenuto tra due uomini legati in vario modo alla stessa donna. Inquietante, soprattutto dopo i fatti di Messina culminati nel femminicidio della povera Sara Campanella, assassinata da un proprio collega di corso universitario dopo una successione di molestie e pedinamenti protrattisi per due anni, che le istituzioni e le autorità restino inerti, per lacune burocratiche o di legge poco importa, pure dopo le reiterate denunce della potenziale vittima.
Perché allora, molti “soloni” e benpensanti della TV accusano in modo postumo la povera Sara di non avere denunciato/querelato con effetto immediato il proprio molestatore/stalker, come se ciò avesse potuto salvarle la vita o rendere inoffensivo il reo confesso assassino Stefano Argentino?
Il fallimento più grande è del governo di Giorgia Meloni: la premier ha voluto a ogni costo trasformare in decreto legge il pacchetto sicurezza, per dare a esso immediata vigenza, recependo il precedente disegno di legge per sottrarlo ai tempi lunghi del Parlamento. Peccato però che la stessa Giorgia Meloni abbia “dimenticato” di inserire nel medesimo decreto il contenuto del DDL femminicidi, che avrebbe rappresentato un segnale forte contro i delitti passionali, che invece proseguono pressoché impuniti nello stato di impotenza di chi dovrebbe prevenirli prima ancora di punirne i responsabili.




