Il limite del “grillismo”

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Sembra passato un secolo da quando, il Movimento, ha dato il ben servito a Beppe Grillo.

Ora, con il comunicato del 9 aprile 2025, la Corte Costituzionale, ha dichiarato l’illegittimità della legge regionale campana, n. 16 del 2024, con la quale si dava modo, al presidente della Regione, di potersi candidare per un terzo mandato, consecutivo al secondo.

Tradotto, De Luca non si potrà candidare alle prossime elezioni per la regione Campania.

Sembra fatta per l’ex presidente del Senato, Roberto Fico, quale candidato “in pectore” di tutto il centro sinistra.

Sarebbe, inoltre, una buona occasione per testare la tenuta di tutta l’opposizione escluso il solito Calenda.

Se verranno confermate queste previsioni, l’idea del limite dei due mandati in politica, di tutti i mandati (parlamento nazionale, regionale, provinciale, comunale) imposto da Grillo e i suoi pochi sostenitori, appare una regola fuori da ogni logica, giuridica e politica.

Essere contro il professionismo della politica è cosa buona e giusta, ma dare spazio alle persone che possono dare una marcia in più ad una intera coalizione, in momenti delicatissimi come quello che stiamo vivendo, mi sembra doveroso.

Poiché, il limite riguarda la reiterazione della carica in un determinato posto di comando, quale può essere la presidenza del Senato o quella di governatore o quella di sindaco, appare chiaro anche ad un liceale che, Roberto Fico, come qualunque altro cittadino, cambiando incarico, ufficio e, financo, città, non potrà mai concentrare un potere poco chiaro come se fosse rimasto sempre alla presidenza della Camera.

Andando a Napoli, ditemi come potrebbe stravolgere il rapporto di buon amministratore con i suoi concittadini?

Insomma, a distanza di tempo, la pervicacia di Beppe Grillo, appare dannosa per i cittadini e per il Movimento e favorevole per gli  avversari.

(Stefano Rossi)