Ha ragione Conte, Meloni vive su Marte

0
11

Ha fatto bene Giuseppe Conte a evocare residenze su Marte della ciarlatana meloni. Perché chiunque non sia totalmente rimbecillito o drogato dal peggiore sistema informativo a ovest, ma pure a est del fiume Gange e chiunque abbia un numero di neuroni sufficiente per capire che bocchino spari sesquipedali e sontuose minchiate, si renderà conto perfettamente che l’Italia viva il peggior periodo dal dopoguerra.

Lei continua a vendersi un Paese che esiste solo nelle sue immaginazioni e di quelle immaginazioni inesistenti nella realtà, riempie le ormai frenetiche e senza soluzione di continuità, sparate propagandistiche. Regolarmente smentita dai fatti e dalle rilevazioni statistiche. L’ultima delle quali, forse la più clamorosa, rileva, rispetto al dato del 2021, un decremento delle retribuzioni dei lavoratori superiore all’8%. Mentre lei parla di un inesistente aumento dei salari.

Una catastrofe che avrà un effetto a catena. Un effetto certamente non virtuoso. Perché se da una parte garantirà la rivoltante logica del maggior profitto possibile e le conseguenti accumulazione, accentramento della ricchezza ed esplosione delle differenze sociali, processi in atto, determinerà un ulteriore calo dei consumi. Processo anche questo in itinere e che getterà il paese in una crisi ancora più grave.

Eppure Brunetta, lo stesso che poi aumentò il numero dei suoi collaboratori e gli stipendi degli stessi, dichiarò solennemente che il salario minimo non fosse necessario. Insomma, il peggior primo maggio della storia, per condizioni di lavoro e dei lavoratori, coincide con il peggior governo della storia. E coincide con le dichiarazioni di una premier che, ha ragione Conte, dimostra di vivere su Marte.

Un’ultima cosa: il salario minimo e la cancellazione del job’s act, sono due provvedimenti necessari e indifferibili, per restituire ai lavoratori condizioni di lavoro e di vita dignitose. Di salario minimo ha parlato per primo Giuseppe Conte fra le risa di scherno di tutti. Oggi qualcuno si accorge che sia urgente e necessario. Appropriandosi come fosse cosa sua di una battaglia identitaria del Movimento. Ammettere che Conte non ne abbia sbagliata una, proprio mai?

Giancarlo Selmi