La tassa di successione

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La tassa di successione è uno degli strumenti in mano agli stati per ridurre le diseguaglianze e limitare la concentrazione di ricchezza e tutto quel che ne consegue.

Tuttavia in Italia, ormai da molti anni, i governi hanno deciso di non ricorrere a questa opzione o di ricorrervi al minimo indispensabile. A livello internazionale “siamo tra i Paesi avanzati con il sistema di tassazione più timido e favorevole verso i grandi patrimoni”, spiega Salvatore Morelli, che insegna economia pubblica all’Università Roma Tre. “Se guardiamo alle economie più industrializzate, le aliquote massime sull’eredità si attestano tra il 30% e il 50%, mentre da noi, per i lasciti in linea diretta — da genitori a figli, ad esempio — l’aliquota si ferma al 4%”. Tra il 2001 e il 2006, poi, l’imposta di successione era stata addirittura eliminata del tutto.

Non c’è da stupirsi dunque se anche l’Italia sta trasformandosi in quella che il settimanale britannico The Economist ha definito “ereditocrazia”.