Domenica 18 maggio, Tor Bella Monaca si è trasformata in un luogo di incontro, di scambio e di dialogo tra culture
Una giornata intensa e simbolica, dedicata alla fratellanza tra popoli, che ha visto la partecipazione attiva di varie comunità e realtà del territorio.
Essere parte della mia comunità albanese è un onore che custodisco con profondo rispetto. Ma esserlo in un’occasione come questa ha assunto un significato ancora più autentico.
Ho partecipato a una tavola rotonda insieme a rappresentanti di diverse culture, per riflettere su temi fondamentali come l’integrazione, il rispetto delle differenze e il valore della condivisione.
Come coordinatrice per le donne albanesi a Roma, ma anche come donna e figlia di una terra che mi appartiene, ho portato la mia voce e la mia esperienza: un cammino fatto di appartenenze multiple, di attraversamenti culturali e di legami profondi.
Nel mio intervento, ho voluto sottolineare che l’identità non è qualcosa di statico, ma un organismo vivo, che cresce e si trasforma attraverso l’incontro con l’altro.
L’identità è un ponte, non un confine. Un ponte che si costruisce giorno dopo giorno, attraverso il dialogo, l’ascolto, la curiosità e il rispetto.
In questo senso, Tor Bella Monaca, troppo spesso associata alla marginalità, ha mostrato il suo volto più vero: quello dell’accoglienza, della partecipazione e della speranza.
Durante la giornata si sono intrecciati sorrisi, racconti, cibi tradizionali e gesti di comunione. Il brindisi con il Raki, in compagnia del parroco della zona, ha rappresentato un momento di profondo significato simbolico: un’unione tra spiritualità, cultura e umanità.
Ringrazio di cuore il parroco per la sua presenza e disponibilità, che ha dato ulteriore valore a questa festa di fratellanza.
Un grazie sincero va anche a tutta la comunità e al quartiere di Tor Bella Monaca, per l’accoglienza calorosa e la condivisione autentica di questi momenti.
E con lo stesso spirito, voglio ribadire il mio impegno:
sarò sempre al fianco della mia comunità, in particolare a sostegno dell’Associazione per un Mondo Migliore, che ogni giorno si dedica con dedizione ad aiutare chi si trova in difficoltà.
Il loro lavoro è una testimonianza concreta del significato profondo di solidarietà.
Domenica 18 maggio non è stata solo una giornata di festa, ma un atto di fiducia verso il futuro.
Un futuro in cui la fratellanza non è solo un ideale, ma una realtà vissuta.
Dott.ssa Klarida Rrapaj
Psychologist · Criminologist · Victimologist



