Gli Stati membri dell’OMS hanno approvato ieri il primo Accordo pandemico internazionale che è arrivato dopo tre anni di intensi negoziati avviati a seguito delle lacune emerse durante la pandemia di COVID-19
L’intesa definisce i principi, gli approcci e gli strumenti per un migliore coordinamento internazionale in una vasta gamma di settori, al fine di rafforzare l’architettura sanitaria globale per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie. Ciò include l’accesso equo e tempestivo a vaccini, terapie e strumenti diagnostici. Tra i punti più significativi vi è un richiamo all’approccio integrato One Health, al rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali, alla promozione della produzione locale di vaccini e strumenti medici e alla creazione di un sistema di accesso e controllo ai principali patogeni.
Senza dimenticare la lotta alla disinformazione e alla sfiducia nei confronti della scienza. Insomma un accordo che ha tentato di unire il mondo nella lotta a potenziali futuri problemi derivanti da virus o altri microbi più o meno contagiosi e letali. Una risposta finalmente univoca dopo tante divisioni e polemiche del recente passato. Il documento è stato approvato con 124 favorevoli e 11 astensioni.
Tra i Paesi astenuti c’era anche l’Italia, insieme, tra gli altri, aRussia, Iran e Israele. Si è trattato di un gesto politico, infatti l’Italia dovrà comunque rispettare l’accordo nonostante l’astensione. Il governo italiano ha spiegato di essersi astenuto perché considera il documento una forma di ingerenza in questioni di salute pubblica che ritiene dovrebbero essere di competenza nazionale.
Tuttavia l’OMS si era affrettata a specificare che l’accordo non prevede per alcun funzionario l’autorità di dirigere, ordinare, modificare o prescrivere la legge nazionale e neppure di imporre ai Paesi “di intraprendere azioni specifiche, come vietare o accettare viaggiatori, imporre mandati di vaccinazione o misure terapeutiche o diagnostiche, o attuare blocchi. Non è un bel segnale quello che arriva dall’Italia e dai pochi altri paesi che si sono astenuti e che non hanno brillato nel recente passato per lungimiranza sanitaria. La pandemia ci dovrebbe aver insegnato che l’unico modo per vincere contro i microbi è quello di restare uniti nel solco della scienza.


