Alla vigilia della Festa della Repubblica Italiana è entrata in vigore l’intesa pensionistica fra Roma e Tirana, che garantisce il diritto alla pensione a circa mezzo milione di cittadini Albanesi e a 4000 nostri Connazionali, numero quest’ultimo a carattere progressivo e crescente
L’accordo, firmato a Roma il 6 febbraio dello scorso anno, è stato perfezionato con il passaggio intergovernativo dell’apposito documento consegnato al Primo Ministro Rama, a metà del mese di maggio appena passato, dalla sua collega e omologa Giorgia Meloni, durante la visita a Tirana in occasione del primo vertice della Comunità politica europea nella capitale delle Aquile.

L’accordo garantisce una serie di opportunità a chi ha lavorato in entrambi i Paesi. Tra questi rientrano anche coloro che, non avendo raggiunto i requisiti minimi per la pensione nel singolo Stato, ne erano stati finora esclusi. Questo permetterà di beneficiare delle prestazioni previdenziali per circa il 20 per cento delle persone con più di 67 anni di età, con la possibilità di percepire fino a 400 euro al mese.
I beneficiari avranno pertanto la possibilità di vedersi corrisposte le pensioni dall’Albania e dall’Italia, in base agli anni di lavoro maturati in ciascun Paese, grazie alla definitiva introduzione del principio di cumulabilità e di ricongiungimento delle carriere contributive e professionali.
Per esempio, se un cittadino che ha lavorato in Italia per 13 anni, ma ha deciso di trasferirsi o di tornare in Albania, decide di fare domanda di pensione in quest’ultimo Paese, potrà procedere presso l’Istituto della previdenza sociale che riceverà la richiesta e la trasmetterà ai colleghi Italiani. Non saranno i cittadini a presentare la domanda, ma saranno le rispettive Istituzioni ad agire in tal senso, con l’obiettivo di apportare il massimo della semplificazione. Lo stesso principio vale in senso corrispettivo per un cittadino residente in Italia, dopo un periodo lavorativo trascorso nel Paese di fronte, che potrà presentare una richiesta alle autorità italiane che sarà gestita come se fosse stata presentata a Tirana.
Si prevede che il budget per l’attuazione di questo accordo partirà da 7,6 milioni di euro per il primo anno e raggiungerà i 20,3 milioni di euro alla fine del periodo di pianificazione iniziale, con la definitiva messa a regime.
Oltre alle pensioni ordinarie, gli immigrati che hanno contribuito a entrambi i Paesi potranno inoltre beneficiare di pensioni di invalidità, pensioni familiari, indennità di disoccupazione e assistenza per i servizi sanitari. Tra le categorie ammesse, vi sono coloro che hanno raggiunto l’età pensionabile in senso anagrafico, salvo esserne stati fino a questo momento esclusi perché non soddisfacevano i requisiti relativi agli anni di contribuzione nei singoli ordinamenti statuali.
Dal 2005 ad oggi, l’Albania ha firmato circa 28 accordi in materia di sicurezza sociale, tra i quali con Turchia, Belgio, Ungheria, Lussemburgo, Repubblica Ceca, Macedonia del Nord, Germania, Austria, Bulgaria, Canada, Romania, Kosovo, Confederazione Svizzera e Croazia. È prevista l’entrata in vigore di accordi con Montenegro e Bulgaria. Con Polonia e Serbia sono ancora in corso accordi, mentre con la Francia si sta cercando di raggiungere un’intesa per avviare i negoziati e Slovenia, Spagna, Danimarca, Moldavia ed Emirati Arabi Uniti, Israele e Lettonia hanno concordato di avviare i negoziati.


