Non gli bastava, a Zelensky, l’aver tentato di sabotare la ripresa dei negoziati di Istanbul con un attacco ad orologeria a diverse basi aeree russe
. A 24 dal loro inizio, giusto poche ore fa, per la terza volta, ha preso di mira il Ponte di Kerck, in Crimea Operazioni pompate dalla propaganda euroatlantica ma che non cambieranno l’esito di questa logorante guerra. Putin ha già vinto. Più i giorni passeranno più conquisterà territorio.
Sempre ieri, sordo ad ogni richiamo alla prudenza, lobotomizzato dalle sirene europee che lo hanno convinto dell’impossibile, ovvero di poter battere Putin, Zelensky, mentre ad Istanbul si riprendeva il filo dei negoziati, ha fatto partire l’ennesima provocazione in direzione del Cremlino:
“Abbiamo avuto un incontro con il Segretario Generale della NATO” ha detto, “Siamo stati invitati al vertice NATO. Credo che sia importante“.
Come mettere a Putin un dito in un occhio, se si pensa che il timore che l’Ucraina potesse entrare nella Nato fu la causa principe che lo spinse ad invadere l’Ucraina il 24 febbraio del 2022.
Non so quanto vi sia chiaro ma questi negoziati sono una burla, una messinscena dell’Occidente per poter dire , ci abbiamo provato ma è Putin a non volere la Pace. Chiacchiere al vento di quarte, quinte file destinate a concludersi in un nulla di fatto. Al massimo, utili a realizzare uno scambio di ostaggi.
Perché così vuole l’America di Trump che, sotto la sua falsa veste di pacificatore, sta portando avanti la stessa identica politica di Obama e Biden quelli che, dopo aver provocato in tutti i modi possibili il gigante russo a partire da Euromaidan (2014), le hanno tentate tutte per schiacciarlo e isolarlo.
Prova ne sia che dietro i rocamboleschi attacchi ucraini di queste ultime ore, di cui si sta vantando il diversamente arguto presidente ucraino, c’è la regia della intelligence angloamericana, l’unica ad avere sistemi satellitari in grado di architettarli.
E Donald Trump non è il solo a tramare, contro ogni principio di prudenza, per la prosecuzione di questo conflitto nel cuore dell’Europa, sulla sua stessa linea di pensiero sono anche gli “euro-volenterosi” che non vedono l’ora di mettere i propri scarponi in suolo ucraino, magari travestiti da forze di peacekeeping, per trovarsi in prima fila quando partirà il mega business della ricostruzione. Sul fine guerra mai punta in particolare la Germania di Merz che, per riacciuffare il primato di prima potenza europea, sta andando inesorabilmente verso una economia di guerra e ha bisogno di un nemico, lo sa bene la tedesca Ursula Von Der Bomben che, da Bruxelles, pur di portare in porto il suo Rearm di 800 miliardi, non ha esitato a mettersi sotto piedi l’Europarlamento, i Trattati che governano l’Unione Europea e i suoi principi.
Quello a cui stiamo assistendo è un risiko di guerra, un azzardo, e durerà fino a che Putin non esaurira’ la sua pazienza sganciando la prima arma tattica nucleare, evento funesto quanto sempre più incombente in grado di innescare reazioni a catena dalle conseguenze irreparabili.
Fra le parti in commedia di questo sporco conflitto non ci sono innocenti, salvo il martoriato popolo ucraino. Altro che “C’è un aggredito e un aggressore”!
I russi ci stanno mettendo il loro sconfinato potenziale bellico, le forze atlantiche ci stanno mettendo soldi, tanti, e le loro provocazioni, Zelensky ci sta mettendo da 3 anni a questa parte il sangue del suo popolo e noi, popoli europei, ci stiamo mettendo, rischiandolo, il culo.
Roberta Labonia


