Durante l’incontro, sono state discusse le proposte esecutive che l’Italia intende sostenere nelle sedi comunitarie. In particolare, è stata ribadita la necessità di mantenere la visibilità delle principali politiche europee – coesione, agricoltura e migrazione – evitando la loro fusione in un unico fondo nazionale. Le risorse dovranno essere adeguate all’inflazione e alle nuove sfide.
È stato inoltre sottolineato che l’approccio basato sulle prestazioni, previsto per la distribuzione dei fondi, deve essere valutato con attenzione. Alcuni settori, come la politica agricola territoriale e la gestione della migrazione, dovrebbero essere esclusi da ulteriori condizionalità, garantendo allo stesso tempo la titolarità degli Stati membri, la semplificazione amministrativa, indicatori chiari e un’adeguata assistenza tecnica.
Per quanto riguarda la coesione, si è chiesto di mantenere l’attuale classificazione delle regioni, assicurando un sostegno differenziato a quelle meno sviluppate. Sul fronte agricolo, è stata espressa contrarietà alla “convergenza esterna”, ribadendo che le allocazioni devono riflettere le reali condizioni economiche dei Paesi membri. Le misure ambientali, infine, dovrebbero restare su base volontaria.


