Si tratta di uno dei progetti energetici più importanti a livello di integrazione della regione dei Balcani occidentali, per il reciproco avvicinamento dei mercati locali che richiedono una minima base comune di fondo per l’approvvigionamento di materie prime e fattori produttivi per la vita civile e per l’alimentazione dell’attività economica, con un potenziale fino a 1500 megawatt/ora
L’intervento, atteso per la conclusione dell’anno corrente, ha per oggetto l’ampliamento della linea di trasmissione da 400 kilovolt tra Albania e Macedonia del Nord, realizzato con il sostegno dell’Unione Europea e del Governo federale tedesco, attraverso la Banca pubblica di Berlino per lo sviluppo (KfW), equivalente della Cassa depositi e prestiti
Il progetto si caratterizza per un valore complessivo di 67,5 milioni di euro, di cui 50 milioni sono finanziati tramite la concessione di un prestito da parte di KfW per conto del Governo della Germania, mentre altri 17,5 milioni sono rappresentati da una sovvenzione a fondo perduto fornita dall’Unione Europea attraverso lo strumento macro fiscale del WBIF (Fondo/quadro per gli investimenti nei Balcani occidentali)

L’allargamento e il potenziamento della capacità trasmissiva della linea da 400 kilovolt comprende la costruzione di due segmenti integrativi della linea Elbasan-Fier e Elbasan-Qafe Thane, per una lunghezza totale di 130 chilometri, oltre alla costruzione della nuova sottostazione da 400/220 kilovolt denominata “Elbasan 3”, a cui si aggiunge la riabilitazione della sottostazione esistente nella stessa contea di Fier.
Questa infrastruttura – come affermato fin dall’inizio dalla Vicepremier e Ministro dell’energia e delle infrastrutture onorevole Belinda Balluku – “rafforzerà significativamente la capacità di trasmissione dell’elettricità, e creerà un punto di collegamento/chiave con il sistema energetico della Macedonia del Nord, ponendo solide basi per il mercato elettrico regionale nell’area balcanica vasta di competenza. La linea rientra in una visione più ampia di interconnessione delle reti regionali, garantendo uno scambio energetico transfrontaliero sostenibile e una maggiore flessibilità nella gestione della produzione e nel soddisfacimento dei consumi secondo standards comuni”.

Il sistema energetico albanese – come è stato certificato in più occasioni – dipende in larga misura dall’energia idroelettrica, “il che lo rende instabile in condizioni meteorologiche avverse e in contesti di cambiamenti climatici. Nello stesso tempo, l’integrazione di nuove fonti di energia rinnovabile, come il solare e l’eolico, richiede una rete elettrica rafforzata e stabilizzata, interconnessa con i Paesi limitrofi nel quadro di iniziative come open Balkans. Queste esigenze rendono il progetto non solo un investimento di interesse statale, ma una priorità transnazionale che porterà allo sviluppo di infrastrutture moderne per l’energia pulita e alla creazione di posti di lavoro di qualità, prevenendo shock futuri”, ha concluso il Direttore dei progetti esterni di OST, l’ente di trasmissione facente capo al dicastero albanese, Dorjan Sejamini.


