PARIGI – Al centro, nel cuore stesso di Parigi, su un’isola abitata sin dai tempi remoti, là dove la Senna incontra la città, si trova uno dei monumenti più poetici di Lutetia Parisiorum (nome latino della città, abitata dai Galli Parisi): la cattedrale di Notre Dame, con i suoi preziosi rosoni e le forme armoniche, uno dei monumenti più belli della capitale francese.
Dalla sua splendida posizione sull’Île-de-la-Cité, le sue due torri e gli archi rampanti paiono voler staccarsi dalla terra e librarsi leggeri verso il cielo. Capolavoro dell’architettura gotica francese, Notre-Dame è uno dei più grandi monumenti del Medioevo e, con i suoi quasi 70 metri di altezza, è stato per secoli l’edificio più alto di Parigi, ammirato da 13milioni di visitatori ogni anno
Tornati a Parigi per queste vacanze “venticinquine” del 2000, è stato quasi un obbligo religioso-moral-culturale ritornare a visitare la cattedrale di Notre Dame, riaperta l’8 dicembre 2024 dopo lo spaventoso incendio del 15 aprile 2019 che l’ha interessata. Incendio i cui danni, in molti, avevano cassandramente profetizzato non potessero mai più essere riparati completamente.
Pure “… Notre Dame sarà ricostruita “telle quelle”, ivi compresa la guglia di 96m di Viollet-Le-Duc creata nel 1860 con un intervento postumo” – aveva detto il presidente Macron – ed oggi, dopo quasi 5 anni e dopo un duro lavoro, grazie alle pulizie ed ai restauri la chiesa ha ritrovato una nuova luminosità, più ampia e cromatica pur se tenuta precauzionalmente bassa rispetto alla luce solare. Anche le famose polemiche per il ripristino delle vetrate e delle pitture al piombo sono state accantonate grazie alle rassicurazioni dell’Alto Consiglio per la Salute Pubblica di Francia.
Di proprietà dello Stato, il suo recente restauro è costato circa 700 milioni di euro, largamente finanziati da donazioni private.
Appena entrati in cattedrale, i colori di pitture e vetrate, molto vividi, spiccano sulla pietra chiara, provocando nel visitatore quasi le stesse emozioni che gli antichi pellegrini dovevano provare varcando il suo Portale del Giudizio.
Qualche novità si affaccia però in questo processo di restituzione basato sulla fedeltà al progetto originario, ad esempio nei paramenti sacri, con l’oro che riecheggia quello delle vetrate.
Meriti (ed oneri ed onori!) per tutto questo vanno alla Diocesi di Parigi ed al celebre designer ed artista francese del mondo della moda Jean-Charles de Castelbajac, che si è ispirato alla luce ed al suo splendore in relazione alla pietra bianca per pianete, abiti ed accessori prodotti da cinque maison d’art specializzate, con lavorazioni artigiane.
Pure le 1500 sedie – impilabili, con linee essenziali e morbide adatte a sedere, meditare, pregare o ascoltare un concerto – della navata centrale (progettate da Ionna Vautrin e prodotte da Bosc, falegnameria a conduzione familiare di Hagetmau) sono state concepite per accordarsi con la grandiosità dell’architettura.
Ma il lavoro più complesso e difficile è stata la ricostruzione del famoso tetto e delle sue capriate, iniziata con lo studio e l’esame in laboratorio da parte degli scienziati dei circa 10mila frammenti carbonizzati, grazie ai quali sono risaliti alla composizione del legno e quindi alla sua origine.
, tecnicamente, in seguito allo studio degli isotopi – varianti di uno stesso elemento chimico che hanno lo stesso numero atomico (numero di protoni nel nucleo) ma un diverso numero di massa (numero di neutroni nel nucleo) – dell’elemento stronzio, assorbito dalle piante dal terreno.
Individuata l’area, vicino a Parigi, da cui erano state estirpate a partire dal 1163 le 1300 querce poi distrutte dal fuoco, è stato relativamente facile – con tecniche simili a quelle medioevali – restaurare storicamente e fedelmente il tetto della cattedrale con 1500 piante analoghe.
Infatti la cattedrale (dedicata alla vergine Maria) venne edificata per iniziativa del vescovo Maurice de Sully – sotto re Luigi IX – dal 1163, al posto di un precedente edificio sacro dedicato a S. Etienne, con lavori di molti architetti, falegnami e scalpellini, che durarono meno di un secolo, fino al 1250.
La Madonna a cui è dedicata Notre Dame – pochi lo sanno! – è “Notre-Dame de la Grand’Porte”.
Nel corso dei secoli si succedettero diversi interventi parziali, opere che completarono, modificarono o ristrutturarono alcune parti dell’edificio. Durante la Rivoluzione francese numerosi erano stati i danni arrecati alla chiesa, come la decapitazione o distruzione di quasi tutte le statue (in particolare, ovviamente, quelle dei re dell’omonima galleria) e lo smontaggio della guglia.
Il successo nell’Ottocento del romanzo di Victor Hugo “Notre Dame de Paris” convinse il Governo a programmare una completa ricostruzione di questo gioiello, i cui lavori vennero affidati a Eugène Viollet-le-Duc ed a Jean-Baptiste Lassus; la morte prematura di quest’ultimo lascerà la gestione completamente nelle mani del primo, che ridiede nuovo splendore alla cattedrale.
Anche le vetrate sono state rifatte più volte nel corso del tempo: quelle del XII e XIII secolo furono sostituite da vetri bianchi nel Settecento e quelle che ammiriamo oggi sono ancora più recenti, essendo state realizzate da Jacques Le Chevallier solo nel 1965 (a porci attenzione si vede ad occhio nudo: troppo luminose, troppo colorate, troppo intatte!).
Al suo interno notevoli – oltre a queste vetrate, comprese le famose rosette del XIII secolo – il tesoro, che ospita reliquie preziose e oggetti liturgici, ed i due grandi organi, che risuonano durante le messe e i concerti.
La reliquia più importante resta però la “Corona di spine” fatta di canne intrecciate con fili d’oro che la tradizione ritiene fosse stata posta dai Romani sul capo di Cristo prima della sua crocifissione.
Acquistata dal re Luigi IX da suo cugino, l’imperatore Baldovino di Costantinopoli, venne portata a Parigi nel 1239 e posta inizialmente nella Sainte Chapelle.
Infine, consigliamo di ammirare – code permettendo – i tre portali d’ingresso.
La facciata principale, su cui sono posti il Portale dellaVergine, il Portale del Giudizio Universale e il Portale di Sant’Anna, è rivolta verso ovest e, osservandola con attenzione, ci si accorge che è leggermente inclinata a sinistra, a causa di un cedimento delle fondamenta.
Le visite a Notre Dame sono gratuite in chiesa, 12 euro per accedere al tesoro.
Prenotazione non obbligatoria ma consigliata se si è in gruppo.
Cattedrale Notre Dame Tel.: + 33 (0)1 42 34 56 10
Sito ufficiale: http://www.notredamedeparis.fr
Nella seconda foto della composizione fotografica dell’autore sono ancora visibili le impalcature dei lavori in corso alla cattedrale di Notre Dame.
Franco Cortese Notizie in un click



