Trump, la pedofilia elettorale e la democrazia

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Donald Trump ha raccattato un sacco di voti promettendo di rendere pubblici i documenti di uno scandalo di pedofilia che scuote l’America da anni, quello orchestrato da Jeffrey Epstein suicida in carcere nel 2019. Un pedofilo pregiudicato che forniva minorenni a ricchi e potenti e poi li ricattava accumulando immense fortune. Ebbene, dopo aver reso pubblica solo una parte irrilevante dei documenti, Trump si è rimangiato tutto dicendo che non esiste nessuna “lista dei clienti” di Epstein e il caso è secretato. Una mossa clamorosa se si pensa che tra i possibili clienti circolavano i nomi dell’ex presidente Bill Clinton, di Bill Gates e dello stesso Donald Trump per foto che li ritraggono insieme al noto pedofilo e con cui risulta abbiano volato insieme verso le isole dell’orrore. La clamorosa retromarcia di Trump ha fatto infuriare il suo movimento Maga che deve la sua fortuna al complottismo e per cui lo scandalo Epstein era il simbolo di come lo “stato profondo” a matrice democratica sia corrotto e nasconda lo sporco sotto al tappeto. Alcuni membri dell’amministrazione Trump hanno addirittura imbastito le loro carriere sullo scandalo

Epstein mentre oggi abbassano la testa lasciando mille ragazzine vittime di abusi sessuali senza giustizia. Una storiaccia non affatto conclusa. Messo alla porta, Elon Musk ha cinguettato che tra i clienti di Epstein c’è anche Trump, già noto puttaniere che non ha mai negato l’amicizia col pedofilo dei VIP. Ma servono prove schiaccianti e ad esempio secondo il notissimo giornalista di destra Tucker Carlson, a Trump piacevano le ragazze ma non quelli minorenni e quindi in realtà il presidente sta coprendo altri.

Sempre Musk ha appena cinguettato che anche Steve Bannon, l’ideologo Maga era un cliente di Epstein come del resto da tempo circolano nomi di celebrità di Hollywood, dell’alta finanza ed è venuto fuori perfino il nome dell’ex premier israeliano. Uno scandalo quindi che andrebbe ben oltre la perversione sessuale criminale di ricchi e potenti e che avrebbe implicazioni anche politiche e internazionali. Epstein documentava gli incontri proibiti con foto e video che poi usava per estorcere danaro a chi finiva nella sua rete. Un ricatto che da economico si sarebbe esteso diventando politico con immagini e video compromettenti usati per convincere politici a prendere certe decisioni e costringere celebrità ad influenzare l’opinione pubblica in un modo o nell’altro

. Una rete ricattatoria potentissima che da dietro le quinte ha condizionato la politica americana e quindi quella mondiale e che continuerebbe ancora oggi. Secondo le teorie che lo stesso movimento Maga di Trump ha promosso per anni, Epstein era un agente dei servizi segreti israeliani ed usava quindi il suo potere ricattatorio anche per portare avanti l’agenza sionista. E se fosse davvero così, che Trump copre tutto sarebbe ancora più grave anche se comprensibile. Vorrebbe dire che Trump ha sfruttato un mega scandalo di pedofila a fini elettorali e una volta conquistata la Casa Bianca se ne frega della moralità, della verità, delle mille ragazzine abusate e della sua stessa base politica schierandosi vergognosamente dalla parte di quello “stato profondo” che diceva di voler sradicare. Una vergognosa retromarcia che apre praterie complottistiche per Musk ma anche gravida di lezioni per noi colonie occidentali. La politica è una cosa seria e se i cittadini non tornano a farla, siamo spacciati.

Conosciamo solo una minima parte della depravazione del potere e di quanto succeda veramente dietro le quinte. Porcherie che più rimangono sconosciute ed impunite, più sono destinate ad aumentare. Sono decenni ormai che ci facciamo prendere per i fondelli dai Trump di turno illudendoci che la vittoria del nostro idolo cambierà tutto, sono decenni che ci facciamo usare da finti partiti scannandoci tra noi e poi alla fine il sistema è sempre più marcio e nella vita reale non cambia mai nulla. Ci bombardano di pubblicità elettorale per convincerci a votare l’uno o l’altro sparando panzane senza ritegno, ma una volta al potere fanno di testa loro. La verità è che il potere non appartiene più al popolo e se lo rivuole indietro se lo deve riconquistare rimboccandosi le maniche.

Ormai le elezioni servono solo per salvare una parvenza democratica, ma il potere vero è succube di altre dinamiche occulte e gruppi di potere e personaggi senza scrupoli che operano dietro le quinte. Serve una storica operazione trasparenza per capire cosa sta succedendo davvero in questi anni turbolenti e per salvare noi stessi e la democrazia prima che sia troppo tardi.

Tommaso Merlo