Siamo nei dintorni di Reykjavik, Islanda. L’ispettore di polizia Erlendur Sveinsonn è incaricato di aprire e chiudere il caso di suicidio della signora Maria che viene trovata impiccata in una villetta isolata nei pressi del lago Pingvallavatn
Siamo in autunno, la signora aveva appuntamento alla sua amica Karen proprio quella sera nella villetta estiva; questa stranezza fa sorgere – con altre situazioni insolite – il dubbio che non si tratti di suicidio; dubbi che man mano diventano sempre più concreti orientandosi nella mente dell’ispettore verso l’omicidio, nell’indagare sul passato della donna e nelle sue complicazioni del vivere.
Infatti poco tempo prima era morta di cancro la madre di lei, Leònora, e quando era bambina aveva perso suo papà, Magnùs, in un incidente di barca sul lago; d’allora madre e figlia erano state molto legate, anche quando Maria aveva sposato Baldvin, medico, emergono inquietanti retroscena sull’annegamento di Magnùs, inoltre da subito l’ispettore scopre che Maria credeva nell’oltretomba ed in una nuova vita ed aveva partecipato ad alcune sedute spiritiche.
In parallelo a questa indagine non ufficiale poiché senza prove né certezze di omicidio – Erlendur continua ad indagare anche su un vecchio caso della scomparsa di due giovani , mai archiviato, di cui non sono mai stati trovati né i corpi né notizie che li riguardano.
Individuo piuttosto introverso e pignolo, le sue domande nel corso delle indagini mirano sempre a capire concretezze ed a confrontare detti e risposte ai comportamenti concreti dei soggetti sotto esame convinto com’è di tre cose importantissime: le scelte che si fanno possono cambiare profondamente la nostra esistenza; il limite che divide la vita e la morte di una persona persona è sempre molto sottile e gli esseri umani sono soggetti al destino, parte del quale viene condizionato dalle nostre scelte e comportamenti.
Ecco quindi che quando le indagini si complicano il suo comportamento diventa più guardingo e persegue l’analisi dell’individuo senza mai mollare e fino a quando tutto non gli sembra abbastanza chiaro.
Arriva perciò a capire com’era la vita dei personaggi sotto esame fin da ragazzi e poi da giovani, chi frequentavano, dove e perché, cosa facevano e come sono cambiate le loro vite.
Saltano così fuori situazioni – messe sempre a confronto e verifiche – inaspettate non immaginabili e persino strane ed atipiche che però nella sua mente assumono una logica che porta a certi comportamenti.
La verità viene in questo modo lentamente fuori; non ha bisogno di prove per capirla e lascia che gli uomini e le donne su cui indaga cadano da sole nelle loro contraddizioni, bugie e piccolezze umane, fino ad ammettere i fatti nella loro interezza e le motivazioni dei loro comportamenti e la morte non sempre è voluta, data o autoimposta, maa po’ essere anche casuale.
Anche questo è un bel giallo ben descritto e ben intrecciato.
Arnaldur Indridason è nato nel 1961 e vive da sempre a Reykjavik, dove ha fatto il giornalista ed il critico cinematografico per le maggiori testate islandesi. Oggi è completamente dedito alla scrittura sia di romanzi che di sceneggiature.
Ha vinto parecchi premi; i suoi romanzi hanno venduto oltre 15 milioni di copie in tutto il mondo e sono stati tradotti in oltre 40 lingue.
Franco Cortese Notizie in un click



