Mark Zuckerberg e altre personalità del settore tecnologico americano che attualmente ricoprono o hanno ricoperto posizioni in Facebook (ora Meta) hanno raggiunto un accordo per porre fine alla causa da 8 miliardi di dollari per negligenza relativa allo scandalo Cambridge Analytica.
L’accordo, rivelato all’Afp da due fonti a conoscenza della vicenda, arriva il giorno dopo l’apertura del processo presso un tribunale di Wilmington, Delaware. Meta, che non era parte in causa, rifiuta di commentare. L’importo dell’accordo non è noto.
La causa
Questa risoluzione chiude un doloroso capitolo della storia di Facebook che dura da dieci anni, ovvero dalle prime rivelazioni del quotidiano britannico The Guardian fino ai giorni nostri.
Gli azionisti di Facebook, ora Meta, avviarono la causa civile negli Stati Uniti nel 2018 dopo lo scoppio scoppio dello scandalo Cambridge Analytica. La società di consulenza britannica aveva accumulato senza autorizzazione i dati personali di decine di milioni di utenti di Facebook, poi utilizzati per influenzare l’opinione pubblica durante la campagna elettorale statunitense del 2016 vinta da Donald Trump.
Gli azionisti hanno accusato Mark Zuckerberg e la sua ex numero due Sheryl Sandberg (che ha lasciato l’azienda nel 2022) di negligenza nella gestione del gruppo. 11 persone sono state chiamate in causa, tra cui il direttore Marc Andreessen, un’importante figura del private equity tecnologico, nonché ex membri del consiglio di amministrazione, l’imprenditore e investitore Peter Thiel e l’ex capo dello staff di Joe Biden, Jeffrey Zients.
Mark Zuckerberg è stato anche accusato di insider trading. Meta non è stata citata in giudizio in quanto entità aziendale.



