«Scrivere è stato per me un modo per salutare un Papa che ho conosciuto e accompagnato per dodici anni, e allo stesso tempo per accogliere l’inedito che si affacciava nei primi gesti e silenzi di Leone XIV» Antonio Spadaro
Bologna – «Papa Francesco ci ha lasciato il fuoco, non le ceneri. Leone XIV lo accoglie con mani miti, ma ferme». Con questa immagine intensa si apre Da Francesco a Leone, il nuovo libro di Antonio Spadaro, pubblicato da EDB, che racconta uno dei passaggi più delicati e spiritualmente densi nella storia recente della Chiesa cattolica.
Molto più di una cronaca degli ultimi giorni di Jorge Mario Bergoglio e dei primi passi del nuovo Papa, il volume è un viaggio spirituale, personale e collettivo dentro un tempo di passaggio. Come scrive l’autore, si tratta di «una soglia tra epoche», in cui si intrecciano eredità vive e visioni nuove.
Leone XIV, Papa venuto dalle Ande e segnato profondamente dalla spiritualità agostiniana, si presenta sin dall’inizio con uno stile sobrio e disarmante. «I primi passi di Leone XIV sono di una sobrietà intensa, quella di un pastore che conosce la complessità del tempo presente e ne accetta il peso», scrive Spadaro.
«Quello che si è affacciato alla loggia non è un principe, ma un uomo che ha abitato la povertà e ascoltato i silenzi», osserva l’autore. Missionario tra i campesinos del Perù, il nuovo pontefice porta nel cuore della Chiesa le periferie del mondo.
Uno dei temi centrali del libro è quello dell’inquietudine, cifra spirituale e antropologica che unisce il pontificato di Francesco a quello di Leone XIV. «Non si tratta solo di un cambio di guida – spiega Spadaro – ma di un passaggio spirituale segnato da una parola che Francesco ha affidato agli agostiniani e che Leone XIV ha scelto per aprire il suo pontificato».
L’inquietudine, intesa come apertura radicale al reale, è presentata come una condizione fertile per annunciare il Vangelo nell’oggi. Una questione agostiniana e, insieme, profondamente ignaziana.
Il libro affronta anche le grandi sfide del tempo presente, una delle sfide che Leone XIV si troverà ad affrontare è quella dell’intelligenza artificiale. L’autore sottolinea che «non si tratta solo di una questione tecnica, ma spirituale e antropologica». E aggiunge: «Il Papa dovrà custodire l’umano nel tempo degli algoritmi. La teologia è chiamata a diventare anche cyberteologia, capace di interrogare il senso della vita in un’epoca dominata dai dati».
Il volume si sofferma anche sulle questioni sociali e geopolitiche. Il primo passaporto di Leone è statunitense.
E proprio dalla sua terra oggi provengono alcune delle questioni più pressanti sul ruolo pubblico del cristianesimo. In particolare il cosiddetto “postliberalismo cristiano” che propone la religione come fondamento dell’unità politica.
Francesco e Leone hanno svelato una contraddizione profonda di questo pensiero: il rischio di un cattolicesimo funzionale a un progetto politico e nazionale, piuttosto che fedele alla sua vocazione universale e profetica.
Ed è per questo che Leone ha proposto una immagine luminosa e alternativa: quella della “Chiesa estroversa”. Francesco la definiva “in uscita”.
A corredo della riflessione, il volume presenta due testi inediti: una prefazione di Papa Francesco su sant’Agostino e una lunga intervista in cui Leone XIV (allora cardinale Prevost) racconta la sua visione ecclesiale e il rapporto con Francesco.
Con uno stile limpido e profondo, Da Francesco a Leone è un libro necessario per chi vuole comprendere il senso profondo di un passaggio epocale. Non solo per chi segue la Chiesa, ma per chi cerca nella fede una risposta viva alle sfide contemporanee. «Una Chiesa inquieta è una Chiesa viva», scrive Spadaro. E questa – conclude – «è la testimonianza che oggi ci offre Leone XIV: un Papa che guarda lontano, ma che resta con i piedi ben piantati nella storia dell’uomo».
L’autore
Antonio Spadaro gesuita, attualmente è sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione, segretario generale della Fondazione «All of Us» e ordinario dell’Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon.
Dal 2011 al 2023 è stato direttore della rivista La Civiltà Cattolica.
Collabora con la Repubblica, Il Fatto quotidiano e Radio1 Rai. Per EDB, ha curato Sul discernimento, di papa Francesco (2023), che per primo ha intervistato nel 2013.


