Vincenzo De Luca, il cacicco campano insegna cos’è la realpolitik e, vedremo in futuro, quanto ripaga

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L’altro giorno De Luca aveva tuonato contro le polemiche per il concerto alla Reggia di Caserta in cui avrebbe diretto l’orchestra il russo Gergiev.
De Luca pareva irremovibile. Aveva sostenuto che, se si continuano a fare affari con lo stato genocida di Israele, è da ipocriti fare gli schizzinosi con la Russia. De Luca aveva parlato dei bambini uccisi senza pietà o lasciati morire di fame e di sete di fronte ai quali non si agisce come si dovrebbe.
Ma politici del calibro di Pina Picierno e Carlo Calenda avevano sollevato severe obiezioni ai quali si erano aggiunti il Ministro Giuli e una petizione di artisti. A questo punto, il Cacicco decide di tornare sulla retta via.
Ci credete che sia andata così? Io no. Io credo che, come per tutto il resto, abbia chiesto e ottenuto qualcosa in cambio dalla “ditta” ovvero dal PD e allora la battaglia per Gaza e per i bambini uccisi può essere messa da parte.
È stato un valido strumento di pressione tanto poi la gente dimentica e si può andare avanti più forti di prima e più concentrati che mai nel farsi i fatti propri.