Donato Carrisi – L’educazione delle farfalle – Milano, Longanesi, 2023. 432 p. (279)

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“Lavati le mani… non ti arrampicare… mastica lentamente… attenta dove metti i piedi… non si corre per le scale…”, sono alcuni dei consigli-ordini che tante mamme danno ai loro pargoli, spesso ottenendo poca ubbidienza; è proprio in uno di questi che risiede la chiave di lettura e di svolta di questo romanzo giallo del bravo Donato Carrisi

Al di là della complessa e ben delineata trama e dell’ottima caratterizzazione dei personaggi, c’è un altro tema che è un fattore condizionante nella lettura e che riteniamo sia importante e che ci sentiamo di sottolineare: le analisi psicologiche e le conseguenti riflessioni che l’autore fa fare ad una psicologa, Novak, ed alla protagonista principale, Serena, soprattutto quelle inerenti la memoria.

“La memoria è uno strano meccanismo…” – dice Carrisi – “…noi pensiamo di rammentare il passato, ma il più delle volte non è così: se avessimo una macchina del tempo e potessimo guardare indietro, ci renderemmo conto che quelli che chiamiamo ricordi corrispondono solo in parte a ciò che è realmente accaduto.

La mente non conserva tutto, ma solo ciò che le serve. E adatta costantemente il passato al presente, conformando la memoria secondo le proprie necessità. Il resto è solo un’illusione…”. A ragion di ciò porta un illuminante esempio: tutti sappiamo che toccando una fiamma con un dito ci si scotta, ma nessuno ricorda quando ha sperimentato per la prima volta questa situazione.

Ed è proprio la memoria a coinvolgere una madre, Serena, prima indirizzandola, poi tradendola, poi richiamandola ed infine aiutandola a risolvere – con un pizzico di caso/fortuna – la morte-scomparsa della figlia seienne, Aurora, figlia non voluta “nata per caso e non si sa con chi” ma poi accettata.

Serena è uno “squalo biondo” nel suo lavoro da broker e scoprirà lentamente, scavo dopo scavo, tutti i più piccoli ed inaspettati sentimenti e le pulsioni del suo profondo, mentre tenta di capire (ed accettare) la “scomparsa” di sua figlia, che – le dicono – è rimasta quasi certamente arsa viva nella mansarda di uno chalet extra lusso per vip nella valle di Vion, in Svizzera, dove era in vacanza con altre sue coetanee.

Tante apparenze, compreso il ritrovamento di un dente della bambina, lottano perennemente contro il suo sentire profondo, mentre gradatamente “lo squalo” l’abbandona per il più naturale ruolo di “mamma”.

Il fuoco esterno – quello reale che ha distrutto lo chalet di legno – e quello interno – metaforico – che le arderà per molto tempo dentro, la consumano come il mix di medicinali, droghe e alcool a cui ricorre per tirare avanti nei primi tempi.

Ottenebrandole la comunque lucida e fredda mente, nascondendole le verità che incontra nel suo cammino e facendola abbindolare dalle apparenze. Il piromane Adone Sterli, dalla doppia personalità, l’una di fine e colto rilegatore di libri appassionato di musica classica, l’altra di incontenibile incendiario già una volta condannato, è un uomo dal comportamento complesso, poco ciarliero, ma che comunque l’aiuterà nella sua ricerca.

Costui ha una sorella con cui non va molto d’accordo, Bianca, ed una nipote che non ha mai visto, Lèa, che avranno anche loro un ruolo di primo piano in questo romanzo, tutto da scoprire, mentre le tre tutor delle minori nello chalet, Luise, Berta e Flora, sanno molte più cose di quelle riferite alla polizia durante l’inchiesta per l’incendio, ma per motivi diversi non dicono tutta la verità.

Ovviamente nella lettura incontriamo anche un solerte e perspicace ispettore di polizia, Gasser, che sarà ben attivo ed efficace, però solo quando le situazioni esterne non “gli legano le mani”.

Donato Carrisi, scrittore e regista, drammaturgo e giornalista, è laureato in giurisprudenza con specializzazione in criminologia e scienza del comportamento, ha scritto una quindicina di romanzi vincendo prestigiosi premi in Italia e all’estero, ed inoltre ha vinto il David di Donatello nel 2018 come miglior regista esordiente con il film La ragazza nella nebbia tratto da un suo libro.

I suoi romanzi sono tradotti in 30 lingue.

Finalmente ritorna una scrittura “lineare”, senza saltabeccare nel tempo e fra i luoghi, con capitoli brevi che ogni volta ti lasciano con una sorpresa e ti attraggano, spingendoti a scorrere in avanti le pagine e a non interrompere la lettura.

Questo è uno di quei romanzi in cui la fine non conclude la storia – che continua a girarti nella testa – e che quando lo chiudi, ricoprendo le pagine con la copertina cartonata, non termini ancora, perché è ora di aprire una parentesi riflessiva dentro di te.

franco cortese

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