Non ci si butta in un settore solo per convenienza, senza cognizione di causa

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In Italia, la stragrande maggioranza degli operatori del settore turistico, ristorazione e alberghiero, ovvero la cosiddetta “hospitality”, sono imprenditori improvvisati che hanno visto nel turismo un campo dove investire e fare soldi facili, al netto delle proprie esperienze pregresse e delle reali competenze nel settore.

E allora si trovano a gestire queste aziende persone che a malapena parlano l’Italiano, che non conoscono minimamente né la cultura Italiana, né le culture estere da dove provengono i propri clienti. Hanno solo tanti soldi, che investono per rilevare fondi da trasformare in ristorantini tipici, o per ristrutturare vecchie stalle o catapecchie in campagna, e farli diventare agriturismi o strutture ricettive costosissime, per chi fugge dal cemento delle città.

Poi si rendono conto che da soli, con le forze della propria famiglia non ce la fanno. E allora iniziano a cercare aiuto, collaboratori, dipendenti.

Ma ovviamente, non li cercano all’ufficio di collocamento o in base alle competenze: la selezione si basa solo sulla disponibilità del candidato a fare qualsiasi tipo di lavoro, qualsiasi giorno, per un quantitativo di ore variabile (che non si sa mai in anticipo). Il tutto, assunti a nero, oppure assunti con contratti che nulla hanno a che fare col lavoro svolto o le competenze del candidato, ma con quanto il datore di lavoro vuole risparmiare e in base al tipo di contratto a lui più conveniente. Tanto mica controlla nessuno.

La paga oraria è troppo bassa? Tranquilli: se fate i bravi e dite sempre “SI”, poi vi pagano a nero gli straordinari. Se l’azienda fattura bene. Altrimenti… “Mi dispiace ma gli affari non vanno bene in questo periodo, e questo mese non posso pagarti gli straordinari. Qui siamo una famiglia, devi capire, ci diamo tutti una mano ad andare avanti.” Oppure “Mi dispiace ma non posso rinnovarti il contratto, mi costi troppo. Ma se vuoi puoi continuare a venire a darmi una mano, ti pago a nero 5 euro l’ora, così ci diamo una mano e sopravviviamo entrambi.”

Il bello è che adesso sembra che il giochino sia finito, come finiti sono i soldi degli Italiani che non vanno più in ferie, non comprano auto, non vanno al ristorante, non vanno a fare shopping e l’aperitivo non lo fanno più al bar in centro, ma a casa con amici.

E chissà perché!

Gli Italiani che non spendono, non saranno mica quei cittadini che lavorano, ingrossano le statistiche degli OCCUPATI, ma hanno uno stipendio talmente basso che non arrivano a fine mese? Non saranno mica gli stessi che non hanno riscosso quei mesi di straordinari a nero? Non saranno mica gli stessi che lavoravano nella fabbrica di auto (che non potranno mai permettersi di acquistare) ed ora sono a casa in cassa integrazione e senza nessuna prospettiva futura? Non saranno mica quei giovani laureati che pur di non fare gli schiavi sono andati all’estero sia per vivere che per fare ferie? Non saranno mica quei dipendenti licenziati perché chiedevano più diritti e sostituiti da immigrati che si accontentano di un’elemosina per sgobbare 20 ore al giorno? Non saranno mica quei padri di famiglia licenziati perché l’azienda trasloca all’estero? Non saranno mica quelle madri licenziate solo perché incinta?

Volete la verità, cari operatori del settore turistico?

Avete tirato troppo la corda.
Avete evaso milioni di euro per decenni.
Avete votato partiti che vi hanno salvato il culo per decenni.
Avete abbassato il livello qualitativo della nostra offerta turistica a livelli infimi, assumendo chiunque pur di risparmiare nell’assumere professionisti del settore, o anche solo persone competenti che da una vita studiano per quello.