Con un’interrogazione, sottoscritta anche da Marta Evangelisti, il consigliere chiede soluzioni urgenti per arginare i focolai nelle province di Piacenza e Parma
Adottare misure specifiche per prevenire l’ulteriore diffusione della peste suina africana (Psa) dal territorio parmense verso quello piacentino alla luce dei dati aggiornati e del significativo differenziale di focolai tra Piacenza e Parma.
La richiesta arriva da Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) attraverso un’interrogazione, sottoscritta anche da Marta Evangelisti, con la quale si sollecita la Giunta a recepire le proposte formulate negli atti ispettivi già presentati dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia in materia di Psa, in particolare riguardo all’abbattimento selettivo, al rafforzamento delle barriere fisiche e alla sorveglianza attiva.
“Secondo i dati aggiornati -sottolinea Tagliaferri- nel territorio provinciale di Piacenza, dal 1° gennaio al 29 luglio 2025, sono stati accertati 23 focolai di Psa nella fauna selvatica, a fronte dei 103 focolai registrati nella confinante provincia di Parma nello stesso periodo (80 in più rispetto a Piacenza).
Entro il mese di settembre 2025 è prevista la riunione della Cabina di regia provinciale per la gestione congiunta dell’emergenza Psa nella sede della Provincia di Piacenza, alla quale sarà invitato anche il Commissario straordinario Giovanni Filippini.
Le due più recenti ordinanze commissariali introducono modifiche e nuove misure per il contenimento e l’eradicazione del virus. L’ordinanza del 4 agosto 2025 ha rimodulato alcuni aspetti della precedente, ma a una prima analisi non sembra aver tenuto in adeguata considerazione le specificità territoriali e gli esiti delle attività svolte dai diversi soggetti coinvolti”.
“La Psa -evidenzia il consigliere- pur non costituendo un rischio per la salute umana, ha un impatto devastante sulla filiera suinicola, settore strategico per l’economia agroalimentare dell’Emilia-Romagna, e il contenimento della malattia richiede interventi rapidi, coordinati e calibrati sulle diverse realtà territoriali. La Regione Emilia-Romagna, in qualità di autorità sanitaria territoriale, ha il compito di garantire un’efficace attuazione delle ordinanze commissariali, il coordinamento degli enti coinvolti e la tempestiva comunicazione degli esiti delle azioni intraprese”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere se, “in relazione alle ordinanze, siano stati effettuati studi di impatto o valutazioni preventive sulle peculiarità dei diversi territori provinciali e in che modo tali valutazioni abbiano influito sulle decisioni operative” nonché se “sia stato predisposto un cronoprogramma per l’attuazione delle misure con indicazione delle responsabilità di ciascun soggetto coinvolto”.
Tagliaferri ed Evangelisti, infine, chiedono all’esecutivo regionale di quantificare “le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione per supportare le azioni di contenimento e per indennizzare rapidamente le aziende suinicole colpite dalle restrizioni” e di “assicurare la trasparenza e la tracciabilità delle decisioni e delle azioni intraprese, anche attraverso relazioni periodiche consultabili pubblicamente”.
(Lucia Paci)



