MADRE TERESA, 26 ANNI FA NELL’ALBANIA CHE ABBANDONAVA LA DITTATURA ATEISTA

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Il 14 agosto del 1989, la Santa sociale del Paese delle Aquile, simbolo universale dei Paesi albanofoni, atterrò per la prima volta nella propria patria d’origine, in uno scenario più generale che vedeva i regimi totalitari comunisti sgretolarsi in tutta l’Europa centro orientale

Sebbene non fosse stata fino a quel momento gradita per anni, Madre Teresa non smise di onorare le tombe della mamma e della sorella, nonostante che fosse stata impossibilitata a partecipare alle cerimonie funebri. Sei mesi dopo, il 14 febbraio 1990, lo Stato albanese, che stava franando sulle proprie contraddizioni isolazioniste e intolleranti, le avrebbe concesso la cittadinanza onoraria a titolo di distensione e, forse, nel tentativo postumo di salvare se stesso da un declino senza ritorno.

Madre Teresa, che tutto il mondo conosceva come Anjeze Gonxhe Bojaxhiu, era il simbolo dell’aiuto ai bisognosi e agli ultimi della Terra, a cui dedicò tutta la vita. Per la propria ineguagliabile umiltà, le era stato conferito il Premio Nobel per la Pace nel 1979, il che mise in risalto la sua nazionalità albanese ovunque.

Anjeze Gonxhe Bojaxhiu nacque il 26 agosto 1910 a Skopje attuale capitale della Macedonia del Nord. Le sue passioni infantili erano l’insegnamento, la scrittura, la poesia e la musica. Il 26 settembre 1928, lasciò Skopje per iniziare la missione al servizio degli svantaggiati, senza sapere che da quel giorno in poi avrebbe detto addio per sempre alla madre e alla sorella. Si stabilì a Calcutta, in India, dove infine fondò l’ordine delle “Missionarie dell’Amore” nel 1951.

Le attività della “piccola grande albanese” portarono alla cura di 7500 bambini in 60 scuole, di 960.000 pazienti in 213 dispensari, di 47.000 lebbrosi in 54 cliniche, di 3400 anziani abbandonati e all’adozione di 160 bambini illegittimi e orfani.