Ambulanze, il monopolio del soccorso

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Li chiamano ancora i re delle ambulanze. E anche stavolta si sono presi tutto. Mentre al Nord vengono rinviati a giudizio, nel Lazio incassano altri 15 milioni di euro. Sono i fratelli Calderone – Antonio, Concetta e Francesco – senza più ruoli formalmente, ma la loro storica società Heart Life Croce Amica continua a dominare il mercato delle ambulanze laziali. L’ultimo affidamento? È arrivato con la gara dell’Ares 118: Heart Life Croce Amica si è aggiudicata 30 postazioni su 82 per un valore di circa 14 milioni di euro. Le ultime quattro a luglio.

Con una procedura lampo chiusa il 28 luglio 2025, la Asl Roma 4 ha affidato a Heart Life Croce Amica un nuovo appalto da oltre 765 mila euro. Un affare milionario, nel cuore di una Regione che da anni promette di internalizzare il servizio, ma che ha continuato a sopravvivere a colpi di proroghe, diventando ostaggio delle stesse società che diceva di voler superare.

I Calderone da poco più di un anno non figurano nella compagine societaria della Heart Life Croce Amica. Ma dietro ci sarebbero ancora loro.

Lo scrivono nero su bianco almeno due Asl del Lazio. La Asl di Rieti, con determina numero 1689 dell’11 luglio 2024, ha escluso Heart Life da una gara pubblica per «illecito professionale grave», legato a una serie di procedimenti penali che coinvolgono direttamente i fratelli Calderone, definiti «amministratori di fatto» della società. Il Tar del Lazio ha confermato l’esclusione, rigettando la richiesta di sospensiva presentata dalla società. A nulla sono valse le misure di self-cleaning. Secondo l’Asl di Rieti, la presunta “nuova compagine societaria” risulta composta da soggetti già attivi nella gestione precedente.

Sulla stessa linea, anche la Asl Roma 5 che ha escluso Heart Life Croce Amica da due procedure: una per il servizio di trasporti sanitari secondari e l’altra per il trasporto disabili, evidenziando che «la mera dismissione delle quote non equivale alla cessazione della funzione amministrativa di fatto».

Le contestazioni si basano su procedimenti penali aperti in diverse regioni italiane. Il tribunale di Pavia, il 20 febbraio 2023, ha rinviato a giudizio Antonio e Concetta Calderone, qualificandoli come amministratori di fatto di Heart Life Croce Amica e di altre società. Con loro anche il fratello Francesco Calderone, nei confronti del quale ha chiesto il rinvio a giudizio la procura di Bergamo.  

Le accuse? Associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la pubblica amministrazione, turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture in relazione a una gara della Asl Napoli 1.

Nel frattempo, nell’ambito dell’inchiesta condotta a Pavia – che a luglio ha portato al rinvio a giudizio, di vari soggetti legati alla First Aid One (società anche questa riconducibile alla galassia Calderone) – Ares veniva indicata come parte offesa di Heart Life Croce Amica per fatti del 2022.

L’Autorità nazionale anticorruzione, con delibera numero 292 del 12 giugno 2024, approvata dal Consiglio Anac, ha messo una pietra tombale sulla gestione degli affidamenti da parte di Ares 118.

Dal 2015 al 2024, sotto la direzione dell’ormai ex direttrice generale Maria Paola Corradi – imparentata con l’assessore al Bilancio del Lazio Giancarlo Righini, rimasta in carica per oltre dodici anni – sono stati affidati servizi per 198,5 milioni di euro. Di questi, oltre 183 milioni sono stati prorogati o assegnati senza gara in favore di due raggruppamenti guidati da Heart Life Croce Amica, dopo la scadenza dei contratti del 2015. Il tutto in violazione dei principi di concorrenza, trasparenza e proporzionalità. Quelle che per Ares erano emergenze imprevedibili per Anac sono il frutto di «mancanza di programmazione».