SUICIDIO VENEZUELA: LA BOLIVIA VA AGLI SPAREGGI E ORA SOGNA IL MONDIALE

0
10
C’era stata una grande costante nelle qualificazioni sudamericane al prossimo Mondiale, iniziate a settembre 2023 per terminare ieri: gli ottimi risultati del Venezuela, che sin dalle prime giornate aveva mantenuto un ruolino di marcia molto sorprendente considerando la sua tradizione.
Almeno fino al patatrac di stanotte: il Venezuela è settimo a 18 punti, cioè nella posizione di classifica valida per raggiungere gli spareggi intercontinentali, e si trova a +1 sulla Bolivia ottava avendo anche dalla sua il vantaggio della differenza reti, ma perde 3-6 in casa contro la Colombia e deve rinunciare al sogno del primo Mondiale della sua storia per via della contemporanea vittoria per 1-0 della Bolivia sul Brasile.
Intendiamoci, si fa fatica a definire “partita di calcio” ciò che è andato in scena a El Alto: i brasiliani, scesi in campo con una formazione molto sperimentale, giocavano praticamente da fermi per via delle difficoltà dovute ai 4150 metri sul livello del mare dello stadio – praticamente come giocare a calcio sulla vetta del Gran Paradiso. Ma tant’è: la Bolivia è andata in vantaggio sul finale del primo tempo grazie al rigore del classe 2004 Miguel Terceros, forse il più talentuoso della nuova generazione di calciatori boliviani, e il risultato non si è più mosso, mentre a Maturin andava in scena lo psicodramma venezuelano.
Ed è vero che l’ampliamento delle squadre partecipanti ha aiutato, ma in ogni caso mai la Bolivia era arrivata a totalizzare 20 punti nelle qualificazioni sudamericane tra le otto edizioni (da Francia 1998 a oggi) in cui la formula è stata quella del girone unico: dal punto di vista calcistico c’è stato un forte balzo in avanti, che è stato premiato dal campo.
E così una partita iniziata con le lacrime di commozione dei calciatori boliviani al momento dell’inno è terminata con le lacrime di gioia degli stessi. Appuntamento fissato a marzo 2026, quando sul campo neutro statunitense la Bolivia avrà il compito di vincere due partite – la semifinale e l’eventuale finale – per poter giocare un Mondiale per la quarta volta nella sua storia dopo le edizioni del 1930, del 1950 e del 1994.
Non sarà facile per vari motivi, uno su tutti l’assenza dell’altura, ma dopo anni di stagnante mediocrità essere a sole due partite da un risultato così importante è più che sufficiente per tornare a sognare.