Lo ha dimostrato il credito che ha raccolto fra i pennivendoli ed il clima sereno con il quale la Premier è stata e continua a essere accolta.
Un governo che, fra qualche figura di destra però “nuova”, recuperò figure antiche, tipo Fitto, già presenti nell’opera di distruzione avviata tre decenni fa da Berlusconi. Recuperata fra i ministri perfino la Santanchè, rimasta lì nonostante accuse da “bidonista” mafioso. Netto balzo in avanti nel solco della “competenza”, o anche no. Trovammo la signora Bernini all’Università. Io avrei pensato a lei per la “economia circolare”. La plastica va riciclata.
Comunque, al netto delle battute, gli “alti profili” non sono mai usciti dall’annuncio e sono rimasti nella leggenda narrata in campagna elettorale. A Giorgetti è toccato il compito più arduo, quello di guidare un’economia a pezzi. Lo ha fatto togliendo a chi ha nulla e dando a chi ha troppo. I Mentana e compagnia cantante, ce lo presentarono come “beneficiario di credibilità a livello europeo”.
Questa fu e rimane la migliore delle barzellette di un giornalismo ormai totalmente prono ai desiderata degli editori. Un giornalismo ormai incapace di qualunque analisi obiettiva, ostinato ed ostinante solo nel mettere nel lato dei cattivi Giuseppe Conte.
Basterebbe mettere a confronto il clima che si respirava ai tempi del Conte due, con quello che si è respirato in questi anni. Mentana si soffermò perfino sui fans della Meloni, urlanti fuori dal Quirinale. La montagna del primo governo di destra-destra della storia post-fascista, partorì il topolino. Un governucolo mediocre e identitario. Ma la stampa e le televisioni non lo dissero. E continuano a non dirlo. Continuano a frantumarci le gonadi con l’atlantismo. Parlano dei diritti civili, giustamente, ma non di quelli sociali. Non si parla del Ministero del Mare, instituito solo per arginare le iniziative salviniane in tema di immigrazione, atte a racimolare consenso. E Ciccio, cioè noi, continua a pagare. Vedi gli inutili centri albanesi, costati alla fiscalità italiana più di un miliardo.
Ancora meno si parla del disagio sociale giunto a livelli altissimi e destinato ad aumentare, dell’impossibilità di moltissimi italiani di mettere insieme il pranzo con la cena, o di arrivare a metà mese. Non si è mai ringraziato Giuseppe Conte per aver portato più di 200 miliardi, dei quali 88 a fondo perduto, che hanno reso il cammino di questo governucolo più agevole. Il PIl allo zero virgola, immaginiamo se non ci fosse stato il PNRR. Già, Conte…
Quello che ha impersonificato la nostra stagione della speranza. Di tutti noi, quelli romanticamente convinti che un mondo migliore sia ancora possibile. Romanticismo resistente, nonostante l’ignoranza e la idiozi@ di molti, troppi italiani.
Giancarlo Selmi



