«La speranza non è necessariamente zuccherosa o fintamente ottimista. Richiede coraggio, certo, e la capacità, in certe situazioni, di andare controcorrente, con spirito di profezia» Paolo Curtaz
Bologna – S’intitola Speriamo bene… Pellegrini di speranza in un mondo rassegnato il nuovo libro di Paolo Curtaz, pubblicato da EDB in uscita il 19 settembre, ed è tutto fuorché un’esclamazione di circostanza.
È un viaggio nel cuore della disillusione, un sentiero tracciato tra le paure di un presente incerto e l’urgenza di riscoprire la speranza come atto concreto, quotidiano, spirituale. Non un’illusione o una reazione automatica, ma una scelta, una “scommessa sensata”, come la definisce l’autore. Un rischio da correre, l’unico possibile, in un’epoca in cui la fede appare marginale, la Chiesa affaticata, i giovani lontani, e la spiritualità compressa tra cliché e risposte che non ascoltano più le domande.
Curtaz – teologo, autore prolifico, voce ascoltata e spesso provocatoria nella riflessione spirituale contemporanea – parte da un incontro tra amici. È una cena tra “boomer”, compagni di scuola che si rivedono e raccontano vite diverse, percorsi in salita, crisi esistenziali. Una scena semplice, ma rivelatrice: quando Roberto, uno di loro, racconta con dolore il suo attacco di panico estivo, le parole si fanno pesanti, cariche di stanchezza, disillusione, cinismo.
È un grido muto che riecheggia in tanti oggi, credenti e non.
«Io non ho più voglia di vivere in questo mondo», dice Roberto. Curtaz ascolta, non giudica, e da quella frase nasce il libro. Perché, afferma, «non siamo chiamati a consolare con frasi fatte, ma a risplendere come astri nel cielo». (Fil 2,15)
Nel cuore del testo, la speranza emerge come cifra di un cristianesimo che rifiuta tanto il disincanto quanto la fuga nel misticismo irreale. Curtaz non nega il declino: snocciola dati, analizza la crisi della Chiesa europea, osserva senza veli la desertificazione delle parrocchie, la fuga dei giovani, il calo di sacramenti e vocazioni.
Ma non si arrende alla nostalgia. Al contrario, invita a leggere i segni dei tempi con occhi profetici. E torna a citare Ratzinger, che già nel 1969 parlava di una Chiesa più piccola, interiorizzata, viva nella testimonianza.
“La Chiesa non sarà più forza dominante, ma nuova patria per chi cerca senso”, scriveva il futuro Benedetto XVI. È questa, per Curtaz, la sfida: ritrovare il cuore della fede, ripensare l’annuncio, riscoprire la speranza come conseguenza della fiducia in Dio.
Speriamo bene… non è solo un saggio teologico, è anche una narrazione empatica, autobiografica, popolare nel senso più alto del termine. Curtaz racconta della sua malattia, delle notti insonni, degli amici scomparsi. Parla del cielo sopra la Valle d’Aosta e delle battute di un compagno pessimista (“vedrai che non tiene…”). Cita Cicerone, Dante, Bernanos, Pascal. E attinge continuamente alla Scrittura: “So in chi ho posto la mia fede” (2Tm 1,12); “La speranza non delude” (Rm 5,5); “Fatevi sempre pronti a rispondere a chi vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15).
Il cuore pulsante del libro è la relazione. Con Dio, con gli altri, con se stessi. Curtaz riflette su cosa significa sperare in modo realistico e maturo. Parla del rischio di costruirsi immagini demoniache di Dio – giudice spietato, burattinaio, padre assente – che generano paura invece che fiducia. E invita ogni lettore, credente o in ricerca, a compiere un cammino.
In un tempo in cui tutto sembra sgretolarsi – la geopolitica, le certezze economiche, la coesione sociale – Speriamo bene… lancia un messaggio potente: la speranza cristiana non è evasione, ma azione. Non è rifugio, ma testimonianza. È il motore che spinge ad alzarsi ogni giorno e a prendersi cura del mondo, nonostante tutto. È la consapevolezza che il mondo non sta precipitando nel nulla, ma “tra le braccia di Dio”.
“La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede” (Eb 11,1), scrive l’autore. E aggiunge: “La speranza è un rischio da correre. Anzi, è il rischio dei rischi”. Perché solo chi spera, alla fine, cambia davvero il mondo.
L’autore
Paolo Curtaz, valdostano, è un teologo e uno scrittore. È autore di numerosi libri su temi di spiritualità, fra questi anchediversi volumi illustrati per bambini. Con EDB ha pubblicato: In viaggio. Il Giubileo spiegato ai bambini (illustrato da Susanna Chiuppi, 2024).


