«This is not a drill»: L’ultimo tour di Roger Waters

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Il suo ultimo tour «This is not a drill» è forse la sintesi più alta e senza compromessi della sua creatività artistica e del suo impegno politico. Un concerto in cui l’estasi musicale accompagna il bombardamento visivo di immagini di denuncia sociale e di resistenza al capitalismo e al fascismo.

«Se siete fra quelli che amano i Pink Floyd, ma non sopportano le prese di posizione politiche di Roger, potete andarvene a fanculo al bar», questo l’annuncio ad inizio concerto. Roger Waters ha la libertà di mirare al cuore, senza fronzoli. Da anni in prima fila per il sostegno al popolo palestinese, ha portato la guerra nei suoi show mostrando il video «collateral murder» nel mondo.

Waters, da intellettuale, ha scelto di esporsi e prendere posizione. Dall’impegno nella campagna per la liberazione di Assange, al supporto delle comunità native contro l’oleodotto in Dakota, fino all’appello per la riapertura dell’ospedale calabrese di Cariati raccolto nel film sulla sanità pubblica C’era una volta in Italia di Greco e Melchiorre.

La Global Sumud Flotilla ha iniziato la navigazione verso Gaza per consegnare aiuti umanitari. Diverse barche sono già state attaccate da droni probabilmente israeliani. Cosa accadrà?

È molto improbabile che una qualsiasi delle imbarcazioni della flotilla riesca a consegnare cibo, latte per neonati e medicinali a Gaza, perché gli israeliani le intercetteranno tutte. Potrebbero anche uccidere qualcuno.

Sai, non è accaduto nulla quando le forze speciali israeliane hanno ucciso tutte quelle persone sulla Mavi Marmara, la nave della Freedom Flotilla nel 2010. Probabilmente arresteranno tutti.

Se fossero migliaia di imbarcazioni forse potrebbero riuscire a mettere in difficoltà Israele che in realtà è un paese molto piccolo. Non c’è modo di sapere cosa accadrà ma applaudo alla flotilla con tutto il cuore.

L’impatto mediatico di questa iniziativa sull’opinione pubblica è più importante della missione in sé?

Ogni giorno rimango sbalordito dal fatto che i nostri governi non abbiano fermato questo genocidio. Uno degli aspetti interessanti dello scenario che si è sviluppato negli ultimi 77 anni, è che ci sia voluto così tanto tempo prima che la gente anche solo pensasse a porre fine a tutto questo.

Le ragioni sono complesse. Il modello che gli israeliani stanno usando per commettere un genocidio contro il popolo palestinese lo hanno inventato gli europei quando hanno scoperto come attraversare il mondo con grandi navi alla ricerca di pezzi di terra da rubare e di indigeni da uccidere e saccheggiare.

Questo è esattamente ciò che sta facendo Israele in Palestina, ma è ciò che tutti i paesi potenti d’Europa fanno da centinaia di anni. Noi, per lo più europei bianchi, fingevamo che fosse giusto.

Ciò che potrebbe essere una novità, e per questo la flotilla è importante, è che noi gente comune in tutto il mondo, il sud del mondo, stiamo iniziando a sviluppare una voce. Noi, le persone che sono sempre state vittime del colonialismo e dell’imperialismo, stiamo iniziando a parlare con i nostri cuori e le nostre menti.

E la voce della ragione sta iniziando a farsi un po’ più forte. Sempre più persone stanno iniziando a dire: ‘ci preoccupiamo dei nostri fratelli e sorelle’ e in questo caso specifico, ovviamente, della difficile situazione in Palestina.

Un popolo antico che ha vissuto in quella terra per migliaia di anni e che ora viene massacrato perché qualcun altro vuole la sua terra, i suoi ulivi, la sua acqua, il suo cielo.

Per quanto tragico sia dover vivere questi tempi e convivere con così tanto dolore e agonia, potrebbe essere l’opportunità che la gente comune di tutto il mondo aspettava per prendere posizione contro queste manifestazioni di avidità fasciste, naziste – o come volete chiamarle – imperialiste, disumane, degradanti e disgustose, che stiamo osservando.

Fabrizio Rostelli