Frustrati e molto armati

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Il “discorso alle truppe” del capo del Pentagono Hegseth è l’ennesima prova che la parola fascismo è del tutto inadeguata per raffigurare il nuovo che avanza. Il fascismo aveva da regolare i suoi conti con meno di un secolo di moti socialisti, di scioperi operai e contadini. Contro i “rossi”, insomma, per conto dei padroni.

Questi qui vogliono regolare i conti con due secoli e mezzo di democrazia (a partire dalla loro): con i diritti umani, i diritti civili, la liberazione delle donne, l’uscita dal patriarcato quello vero, l’egemonia dello Stato nell’uso della forza e delle armi, la legge come regola uguale per tutti, insomma vogliono regolare i conti con la civilizzazione, che disturba la loro esuberanza di maschi primitivi — la stessa dei coloni che costruirono l’America sterminando i nativi.

Questi qui non sono un fenomeno politico, sono un fenomeno animalesco: l’estremo rigurgito della legge atavica — quella del più forte — che si ribella alle forme del rispetto reciproco. Questo mattoide che inveisce contro “i grassi”, contro quelli con la barba, contro gli imbelli e i gentili, e richiama alla guerra come solo metro di valore, non è solamente un fascista, è molto peggio.

È l’incivile che ripudia la civiltà, che considera le forme del rispetto e della tolleranza come un sintomo di decadenza. Ma decadente è lui, parodia di una cultura arcaica scimmiottata da maschi incattiviti che sono cento volte più decadenti e inverosimili e ridicoli e deboli del peggiore attivista woke. Ma non lo sanno, non sono nelle condizioni di capirlo. E oltre a essere stupidi, e cattivi, sono armati. Fate un po’ i conti di quello che ci aspetta, a noi disarmati.

Michele Serra