Dal volto di un bimbo piangente forse perché ha fame, o da quello di una mamma disperata che non sa più cosa dare, o da quello di un padre che non sa più cosa fare, o da quel fratello che non c’è più all’improvviso, emerge in tutta la sua drammaticità la tragedia del popolo palestinese.
Ne sentiamo il peso, ma il grido di dolore che si eleva dalla Striscia di Gaza arriva ovattato alle orecchie dei nostri governanti che non ne colgono la presenza. I sussurri del vento dell’ Est, le atrocità delle azioni, gli assordanti silenzi di pace che provengono dalle cancellerie europee e non solo, la corsa al riarmo agitano i sogni della gente ne turbano le coscienze, facendo rivivere quello che mai più avremmo voluto vedere. Allora ognuno di noi nel silenzio impenetrabile della notte potrà sentire le grida dei bimbi, ma anche i lamenti degli anziani dolenti e il riecheggiare del suono delle sirene seguito dalle esplosioni delle bombe. Piango gli Angeli di Gaza, i tanti bimbi uccisi o deportati come quelli dell’ Ucraina. Angeli sono i volenterosi della “Flotilla” che rischiano la vita e la libertà per attenzionare il Mondo sull’ingiustizia di chi affama e uccide. Angeli sono tutti gli ideali di bene in un mondo dove le tenebre di guerra si addensano e lasciano sempre meno spiragli alla speranza.


