A Teramo, ai piedi del Gran Sasso, scienziati provenienti da tutto il mondo, policy maker e esponenti di istituzioni e società civile si sono incontrati e confrontati per due giorni per esplorare l’intersezione tra salute, ambiente e società, in un mondo sempre più interconnesso e vulnerabile. Si è chiusa la quarta edizione dell’evento internazionale sulla salute unica ‘One Health Award 2025’, organizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, ospitato all’Università del capoluogo abruzzese.
“Nuove Geografie” il tema scelto per riflettere non solo l’estensione geografica delle sfide sanitarie globali, ma anche il pluralismo di approcci, discipline e contesti culturali che definiscono il pensiero One Health One Earth.
Dal 2022 One Health Award (OHA) ha seguito il viaggio dei patogeni nei laboratori, ha esplorato le connessioni millenarie all’interno del bacino del Mediterraneo. Ha percorso i sentieri misteriosi della Frontiera Africa. In questa edizione 2025 esperti, decisori politici e divulgatori scientifici provenienti da tutto il mondo si sono confrontati appunto con le nuove geografie: le sfide, i limiti e le frontiere da cui dipende la sopravvivenza del genere umano.
Tra gli ospiti dell’evento il Ministro della Salute della Tunisia Mustapha Ferjani, Stefano Bertuzzi CEO dell’American Society for Microbiology; il geografo dell’Università di Chicago Maxim Samson; il giornalista, divulgatore scientifico e scrittore Andrea Vico. È intervenuto anche David Quammen, il saggista statunitense, che ha parlato di Covid molti anni prima della pandemia,”Il mondo della scienza è sotto attacco, soprattutto la virologia, la genetica, la veterinaria. Sono minacciate dall’ignoranza, dalla negazione, dall’arroganza, dalla scelta di politiche sbagliate” ha detto nella sua Lectio Magistralis.
“Se osserviamo il pianeta dal punto di vista di un virus affamato o di un batterio, vediamo un meraviglioso banchetto con miliardi di corpi umani disponibili, che fino a poco tempo fa erano circa la metà di adesso”. Cinquanta anni fa lo storico William H. McNeill (1917-2016) aveva prefigurato l’esplosione di potenziali epidemie nell’era contemporanea. Visto nella prospettiva dei virus, il genere umano diventa un infinito reservoir in cui riprodursi. Nel racconto di McNeill gli esseri umani diventano l’obiettivo e l’ambiente nel quale virus e batteri proliferano, camminano, si diffondono senza barriere. E allora come possiamo difenderci? L’unica risposta è quella di permettere alla scienza di muoversi, comunicare e viaggiare esattamente come fanno i virus: senza limiti né costrizioni.
E questo significa avere un approccio globale all’indagine scientifica: guardare alla salute dell’uomo, degli animali, del pianeta, come una sola cosa, diventa l’unica via percorribile. Questa è la visione One Health, One Earth, l’approccio che professa il legame inscindibile tra la salute umana, degli animali e del pianeta. Una salute unica globale che può nascere solo dal superamento delle barriere tra discipline, ambiti di studio e punti di osservazione.



