Da mesi chiediamo misure urgenti per arginare l’ondata di violenza che sta travolgendo la città, ma finora abbiamo assistito solo a promesse, rinvii e silenzi.
Oggi, dopo l’ennesimo omicidio, il ministro Piantedosi incontra il sindaco Lagalla e il presidente Schifani. È una riunione che arriva tardi, troppo tardi, e solo dopo che il sangue è tornato a macchiare le strade della movida. La verità è che la sicurezza urbana non si tutela con i proclami, ma con la presenza dello Stato: uomini, mezzi, prevenzione.
Il governo Meloni, che per anni ha costruito la propria fortuna politica sulla retorica del pugno duro, oggi mostra tutte le crepe di un sistema che non funziona
. Hanno riempito il codice penale di nuovi reati e aggravanti, ma le nostre città restano insicure. Hanno mandato forze dell’ordine in Albania per vigilare il bidone vuoto del centro migranti, mentre nei quartieri italiani si continua a sparare
Vediamo se dall’incontro di oggi nasceranno finalmente decisioni concrete, non l’ennesima passerella. Perché Palermo non ha bisogno di conferenze stampa: ha bisogno di presenza, di sicurezza vera, di uno Stato che torni a esserci. E dopo tre anni di governo della destra, è il minimo che i cittadini possano pretendere.


