Le bombe sul vero giornalismo

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È davvero feroce l’attacco agli ultimi brandelli d’informazione libera. Ci vogliono tutti rassegnati alla propaganda. Siamo alle bombe piazzate da una mafia che non accetta che qualcuno osi svergognare le sue malefatte, ma non solo.

La vera colpa del giornalismo libero è far crollare le menzogne che i potenti raccontano anche a se stessi. Far emergere verità che rovinano la loro immagine pubblica, ma anche quella privata. Boss, politicanti, affaristi di ogni risma. Potenti che valgono poco ma si credono dei geni, e guai a chi osa mostrare i loro limiti. Potenti delinquenziali che si credono santi, e guai a chi fa conoscere i loro peccati. Potenti che invece di prendersela con se stessi e cambiare, se la prendono con chi intralcia i deliri egoistici del personaggio che recitano sui palchi della vita. È questo che scatena la ferocia, il terrore della verità anche su chi sono davvero e sul modo meschino in cui stanno interpretando la loro vita.

Senza mai assumersi le proprie responsabilità, ma dando la colpa ad un mondo marcio con cui sono stati costretti a scendere a compromessi o a qualche inconscia ferita infantile mai curata. Peccato che il giornalismo serve proprio a questo, a fare luce sulle porcherie di coloro che travolti da qualche delirio egoistico, si spingono a calpestare il prossimo. Il giornalismo è un servizio pubblico, non privato. Che opera per i cittadini, non per i potenti. E per riuscire a svolgere la sua funzione, il giornalismo deve essere totalmente libero. Altrimenti è propaganda.

Manipola cioè la realtà in base a chi lo finanzia. Oggi i grandi giornali e le televisioni sono sempre più in crisi, eppure le lobby se li contengono ancora. La ragione non è la passione per il giornalismo, ma il contrario. Comprano le testate per influire sulle istituzioni, per controllare il dibattito a loro favore e per prestigio. Il giornalismo rende poco economicamente, ma ancora molto politicamente e socialmente. A distruggere il giornalismo vero è proprio questo, il suo rapporto incestuoso coi soldi e l’egoismo di chi li ha. Testate in perenne perdita vengono mantenute da qualche cordata o riccone in cerca di potere e gloria.

Col risultato che il pubblico continua a fuggire in massa altrove e la reputazione del giornalismo è ai minimi storici. Con lobby senza volto e cuore che comprano intere redazioni in cui lavora gente con un mutuo e dei figli da mantenere e che quindi abbassa la testa.

Tra loro anche molti scalatori sociali che si adeguano ad un sistema che premia i maggiordomi. Chi invece si ostina a fare il proprio lavoro di giornalista onestamente e senza peli sulla lingua, finisce in qualche oasi o ai margini e se osa troppo, perfino nel mirino.

Nell’oblio se va bene, con le bombe sotto casa se va male. In America Trump è da sempre scatenato contro la stampa, ma solo contro quella corrotta dalle lobby avversarie.

Adora invece i suoi leccapiedi giornalistici, come del resto ogni mezzo dittatore. Una corruzione anche morale che ha costretto molti veri e coraggiosi giornalisti americani a scappare dalle grandi redazioni e mettersi in proprio in rete. Con podcast e canali e blog anche di grande successo che tengono vivo il dibattito pubblico e donano nuove prospettive.

Altro esempio è la potentissima lobby sionista che è all’avanguardia nella manipolazione mediatica mondiale, visto che le grandi reti televisive ed i giornali che controlla sono in crisi nera, si è messa a comprare social media e singoli influencer per continuare a spacciarsi come vittima sacrificale e completare la pulizia etnica in santa pace. La solita storiaccia.

Invece di cambiare se stessi, i potenti malfattori alterano il modo in cui il mondo li vede in modo da continuare a testa bassa.

E guai a chi osa far emergere la verità. Tutta colpa dei soldi e dell’egoismo di chi li ha, potere dei contanti che ha rimpiazzato quello degli elettori e dei lettori.

Stanno corrompendo tutto, anche la democrazia, anche il giornalismo e siamo arrivati ad un attacco feroce agli ultimi brandelli d’informazione libera. Ma non bisogna arrendersi e rassegnarsi alla propaganda.

La consapevolezza dei cittadini è incorruttibile e il tempo dalla usa parte. Volenti o meno, la verità prima o poi trova sempre un modo per riemergere.

Tommaso Merlo