World pasta day: Coldiretti anche in Basilicata, dove si sta portando avanti un progetto nazionale,  raddoppiati pacchi di pasta con grano 100% tricolore 

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Raddoppia la pasta con grano 100% tricolore. Secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, diffusi durante il World pasta day, il peso di quella tutta italiana sui consumi totali di pasta di semola secca è passato nel giro degli ultimi cinque anni, anche in Basilicata,  dal 20% del totale a oltre il 40%, con ulteriori margini di crescita
In terra lucana, la coltivazione dei cereali interessa una superficie di circa 159.000 ha, il 72% dei quali, pari a oltre 115 mila ettari, è occupata dal grano duro. Le aziende interessate, secondo l’ultimo censimento Istat sono 23.177.
La produzione complessiva  è di oltre 4.290.000 quintali per un valore della PLV di oltre 110 milioni di euro, con un’incidenza di circa il 10% dell’intero settore primario lucano. La produzione di grano duro si attesta intorno ai 3.270.000 quintali per un valore della granella di oltre 81 milioni di euro. 
Coldiretti Basilicata, insieme al Cai, Consorzi  Agrari d’Italia, sta portando avanti un progetto di carattere nazionale che si chiama ” Salviamo le api per salvare il mondo”, che  coinvolge circa 2000 aziende agricole  associate a Coldiretti.
“Questo progetto consiste nel seminare  la facelia,  considerata un’ottima pianta mellifera, poiché produce grandi quantità di nettare e polline che attirano gli impollinatori – spiega Rocco Pafundi, referente regionale della Coldiretti per il settore cerealicolo –  e il grano che ne esce fuori da questa attività,  vicino ai campi di facelia, con un contenuto proteico molto importante, viene trasformato in pasta.
Nel 2025 questo progetto ha raggiunto dei numeri notevoli, consentendoci di conferire già 17.000 quintali di grano e all’incirca 12.000 quintali  di pasta, commercializzata attraverso la grande distribuzione  ad un prezzo notevolmente superiore a quelli che sono i costi di produzione.
Queste sono le attività che servono alle aziende agricole e ai cerealicoltori anche per vedere valorizzato quello che è il proprio prodotto e per creare un nuovo  sbocco di mercato”.
Il progetto portato avanti anche in Basilicata è spinto dalla sempre maggiore richiesta da parte dei cittadini di prodotti di origine nazionale, proprio a partire da uno dei simboli del Belpaese e della Dieta Mediterranea.
Il successo di penne e spaghetti tricolori testimonia l’alto livello raggiunto dalla produzione di grano nazionale ma, nonostante il favore dei consumatori, la filiera continua a dover subire attacchi da parte di trafficanti e speculatori che deprezzano il prodotto italiano favorendo un massiccio afflusso di quello straniero.
I prezzi pagati agli agricoltori sono crollati di oltre il 40% rispetto a tre anni fa, mentre i costi di produzione sono saliti del 20% in cinque anni. In parallelo, le importazioni sono aumentate del 9% nel primo semestre 2025, con il Canada principale fornitore, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga.
Ciò aggrava la crisi del settore, anche per la mancanza di regole di reciprocità: il grano canadese può essere trattato con glifosate in preraccolta, pratica vietata in Italia.
Un fenomeno contro il quale ventimila agricoltori della Coldiretti  sono scesi in piazza in tutta Italia, oltre mille arrivati dalla Basilicata hanno manifestato a Bari,  per rivendicare una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, portando proposte concrete per risolvere la crisi, subito condivise dal Governo per voce del ministro Lollobrigida, dall’istituzione di una Cun Unica per superare il meccanismo delle borse merci alla pubblicazione dei costi medi di produzione Ismea per Sud e Centro-Nord fino allo stanziamento di 40 milioni di euro ai contratti di filiera.
L’obiettivo è rendere il grano italiano sempre più protagonista della filiera della pasta, che rappresenta uno dei simboli più noti dell’Italia nel mondo come dimostra il fatto che le esportazioni sono cresciute del +77% rispetto ad un decennio fa, trainate tanto dai mercati Ue (+68%) quanto soprattutto quelli extra Ue (+86%), arrivando nel 2024 a superare lo storico tetto dei 3 miliardi, secondo un’analisi Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga.