Tutti, dai Tg, ai giornali, fino agli influencer da code al pescivendolo ne hanno parlato
Un congresso con la tipa del ponte fra Europa e gli USA, con la Picierno e, fra un sonnellino e l’altro, Gentiloni. Pure con Crosetto. Tutti in prima fila (l’unica fila occupata) uniti dall’amore per i produttori di armi e dall’odio verso Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle.
Conta e piace quanto il latte di cavalla in Italia, ma vive negli studi televisivi. È invitato pure alle trasmissioni che parlano di “cucurbitacee” e dichiara di conoscerle tutte, una a una.
Calenda chi? Quello che vuole la felicità degli industriali, adesso quelli delle armi, rendendola improbabilmente compatibile con la povertà dilagante. Il Cicciobello dei Parioli, monsieur tartina al caviale coatta con amicizie in viale dell’Astronomia. Maximo esponente della corrente coatta di Confindustria.
Un vero fenomeno: ha chiesto il voto agli elettori contro la destra ed è finito a leccare il culo alla Meloni.
Calenda è una roba da leccarsi i baffi, per i pochi che ne pagano le sontuose campagne elettorali.
Martellarsi l’alluce per tutti gli altri. Sa tutto lui e non è assimilabile neppure al tipo che occupava il banco in prima fila con la mano sempre alzata. No. Lui si sedeva dietro, non alzava la mano e veniva bocciato. Tapino. La scienza è venuta dopo.
Ed è diventata subito esondante. Tanto da autorizzarlo a chiamare “bugiardo” nientepopodimenoché Jeffrey Sachs. Uno, tanto per dire, che le cose le conosce e le ha vissute direttamente, non come lui che le viveva e le conosceva dal suo “osservatorio” dei Parioli.
Un odiatore seriale il nostro. Odia, lo fa con arroganza e insulta pure. In buona compagnia s’intende. E in quel congresso non volle deludere i suoi compagni di odio e onorò le attese. Lui che chiama “putiniano”, “pacifinto” chiunque osi ragionare, possibilità che per la sua visione del mondo, pare sia concessa solo a lui e che sparla di valori europei e democrazia, in quel congresso gridò di volere “che il Movimento 5 Stelle venisse cancellato” e con il Movimento, evidentemente, qualche milione di persone che a quel gruppo affidano il loro voto.
Altro che valori della democrazia in questo foruncolo apparso nella politica. Lui, in nome della sua personale visione della democrazia, vuole guerre, dà del bugiardo a chi diffonde la verità che a lui non piace e “cancella i partiti”.
Esattamente quello che fanno gli autocrati che gli stanno sul caxxo. E non lo fanno neppure sempre. Perché a calenduccio nostro, Putin, Orban, Erdogan, in quanto a capovolgimento del senso della democrazia e del rispetto di chi la pensa diversamente da loro, gli spicciano casa.
Meno male che non vincerà mai un’elezione, altrimenti la melona diventerebbe un esempio di tolleranza.
Giancarlo Selmi

