Se l’Occidente diventa il Far West

0
5

Il lascito più profondo che la rivoluzione americana incarnata da Trump minaccia di lasciare a noi europei è la ridefinizione dell’Occidente in termini di razza e religione. La tesi: esiste un solo Occidente, quello delle nazioni bianche e cristiane.

Ovvero dell’America originaria, che dopo aver sterminato gli indigeni afferma in quella terra intonsa — il sangue altrui non ha colore — il proprio canone anglo (germanico) — bianco- protestante.

Insomma, l’Occidente è il Far West. Inversione dello storico Occidente europeo, in ripida decadenza.

Nel discorso pronunciato otto anni fa a Varsavia Trump pronuncia dieci volte la parola “West”, sinonimo di “civiltà” (cinque richiami).

Sullo slancio chiama la crociata occidentale contro gli immigrati e se ne intesta il comando “a difesa della civiltà stessa”. Ovvero “individuo e sovranità”. Tradotto: legge del più forte, dominio della violenza. Anarco-autoritarismo. Ognuno è sovrano di sé stesso, ma sotto la stessa bandiera e la medesima guida. Eco del dogma di Margaret Thatcher, per cui “non esiste qualcosa come la società”. Conclusione: “La fondamentale questione del nostro tempo è se l’Occidente vuole sopravvivere”.

Tradotto: sbarriamo la porta di casa a chi non corrisponde al carattere bianco e cristiano della nostra civiltà.

All’epoca un fine analista americano, Michael Kimmage, bollò Trump 1 “primo presidente non-occidentale degli Stati Uniti”.

Trump 2, sopravvissuto a un fallito colpo di Stato, rieletto un anno fa con ampio mandato, rimane fedele a sé stesso. Anzi raddoppia. Dichiara guerra al “nemico di dentro”.

E per questo fa convocare dal suo ministro della Guerra (ex Difesa), l’improbabile Pete Hegseth, ottocento fra generali e ammiragli. Trump si scatena contro gli immigrati, alias terroristi, che hanno invaso la patria bianca grazie al lassismo dei democratici. In chiaro: “Questa è una guerra. Una guerra da dentro”.

Il cambio di regime in corso Oltreatlantico tende a una plutocrazia bianca guidata da un presidente monarca, sicuro di guadagnarsi il terzo mandato grazie alla reinterpretazione evolutiva della costituzione. Per magari installarvi la sua dinastia. Il primo ordine esecutivo di Re Donald lo abiliterà a definire il biancore dei sudditi secondo necessità.

L’Occidente che Trump ci propone in quanto bianchi d’Europa implica una guerra (in)civile permanente fra titolari del marchio “West”, perciò individui sovrani, e invasori colorati, infedeli da respingere.

I primi invitati a proliferare, altrimenti la partita è persa in partenza via demografia.

E a barricarsi entro frontiere militarizzate per respingere i nuovi barbari. L’Internazionale bianca sognata dalla tribù Maga non ha nulla a che fare con il messaggio del Cristo ma intende mobilitare le frange tradizional-reazionarie dei suoi asseriti fedeli che vedono nelle rispettive Chiese, specialmente ma non solo evangelicali, il fine da proteggere, non il mezzo per propagandare la fede.

Sarebbe interessante ascoltare al riguardo la voce del papa americano — cui forse i guardiani delle frontiere a stelle e strisce potrebbero imputare la co-cittadinanza peruviana — su questioni di così decisivo, universale momento, con grazia sollevate dal capo del suo paese di nascita.

Lucio Caracciolo