Che ne dite se si unificano gli Stati Uniti e la Russia? Basta un ponte, appena più lungo di quello sullo Stretto di Messina, o meglio un tunnel sommerso, come quello della Manica, e i due grandi imperi, considerati agli antipodi, possono trovare – in mezzo ai ghiacci – la loro inattesa, sorprendente unificazione; una gigantesca confederazione che non farebbe di Amerussia il paese più popoloso del mondo – sarebbero sempre gli indiani, poi i cinesi, e gli africani, i più numerosi – ma il paese di gran lunga più vasto del mondo, un’immensa calotta nell’emisfero nord del pianeta
La proposta di un ponte è partita dalla Russia di Putin, ed è rivolta a Trump e a Elon Musk, imprenditore visionario delle imprese impossibili.
Trump è favorevole ma in questo momento di stallo delle trattative sull’Ucraina l’idea è congelata. L’Amerussia sarebbe la risposta fanta-geopolitica all’Eurasia prefigurata da Aleksandr Dugin (o all’Europa di De Gaulle estesa “dall’Atlantico agli Urali”).
In effetti a vedere la cartina geografica ti accorgi che la Russia e l’America del nord sono più vicini perfino della nostra penisola rispetto alla Sardegna o alla Serbia.
Li divide lo stretto di Bering, che è veramente stretto, nel punto più vicino sono solo ottantatré chilometri, una bazzecola. Certo, il paesaggio è glaciale, tra la penisola dei Ciukci in Siberia e la penisola di Seward in Alaska.
Siberia e Alaska sono i freezer della Russia e dell’America. Nel mezzo, il sensale mitologico tra le due sponde è Diomede che dà il nome alle isole intermedie di ambo i versanti: tra la piccola Diomede statunitense e la grande Diomede russa ci sono solo 3,8 chilometri di distanza; una lunga nuotata, temperatura permettendo.
Ma è come se esistesse una porticina di servizio che collega due mondi così remoti. Nessuno pensa davvero all’unificazione tra Russia e Stati Uniti, anche se l’immaginario globale potrebbe correre.
La motivazione addotta per creare un memorabile tunnel Putin-Trump è naturalmente economica: solo gli interessi muovono ormai le grandi imprese, mai una visione ideale, spirituale, religiosa o di grande politica.
Si tratterebbe di sfruttare al meglio le risorse naturali in un’impresa congiunta. Ma se è per questo pure l’Unione europea è nata come una comunità economica e in fondo non è mai diventata un’unione politico-culturale. Sarebbe comunque una bellissima impresa, carica di significati simbolici, perfino escatologici e messianici, comunque epocali e sarebbe un messaggio di pace.
Marcello Veneziani



