Bolis: “Serve una svolta nelle politiche territoriali per fermare la perdita di terreno agricolo e difendere la sostenibilità ambientale”
“Il ritmo con cui ogni anno vengono sottratti nuovi ettari di terreno agricolo rappresenta una ferita permanente per l’ambiente e per la competitività del settore primario. L’ultimo rapporto ISPRA sul consumo di suolo conferma che il fenomeno è tutt’altro che sotto controllo e richiede un cambio di passo deciso nelle politiche di governo del territorio”: lo afferma Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia, aderenti a CAI Agromec, commentando i dati del rapporto nazionale 2025 “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”.
Nel 2024, in Italia, oltre 78 chilometri quadrati di suolo naturale sono stati trasformati in superfici artificiali, un valore record per l’ultimo decennio.
“Dietro questi numeri – osserva Bolis – si nasconde la progressiva perdita di una risorsa non rinnovabile, con conseguenze economiche, ambientali e sociali sempre più gravi. La riduzione del suolo coltivabile non solo limita la capacità produttiva dell’agricoltura, ma compromette servizi ecosistemici fondamentali, come l’assorbimento di CO₂, la regolazione idrica e la tutela della biodiversità.”
In Lombardia, il consumo di suolo ha raggiunto 834 ettari nel 2024, con una percentuale complessiva di superficie artificiale pari al 12,22% del territorio complessivo.
Nella provincia di Bergamo, fatte le debite proporzioni, la situazione è analoga: 122 ettari di suolo naturale persi in un solo anno e una quota di territorio artificializzato del 12,02%. “Sono dati che non possono lasciare indifferenti – sottolinea Enzo Cattaneo, segretario provinciale di Confai Bergamo –. La progressiva impermeabilizzazione dei suoli riduce la capacità produttiva agricola e accresce la vulnerabilità del territorio di fronte a eventi climatici estremi, come alluvioni o siccità.
È urgente attuare politiche di tutela e di rigenerazione che salvaguardino il valore economico e ambientale della risorsa suolo.”
Riprendendo alcune delle raccomandazioni contenute nel rapporto, Confai richiama l’attenzione delle istituzioni regionali e nazionali sulla necessità di orientare lo sviluppo urbanistico e produttivo verso il recupero delle aree dismesse, la riqualificazione del patrimonio edilizio e industriale esistente e la riconversione ecologica degli spazi già compromessi, in linea con gli obiettivi europei di azzeramento del consumo netto di suolo entro il 2030.
“Il terreno agricolo – conclude Bolis – non è solo un fattore produttivo, ma un bene comune che garantisce cibo, paesaggio e qualità della vita. Difenderlo significa investire nel futuro del Paese e nella sostenibilità delle comunità locali.”



