“Ho riflettuto a lungo, in silenzio – spiega Boccia nella missiva indirizzata a Stefano Bandecchi che l’aveva voluta nella sua lista in Campania – cercando dentro di me la forza di prendere una decisione che non nascesse né dall’impulso né dall’amarezza, ma dalla lucidità e dal senso di responsabilità.
Questo ultimo anno è stato, per me, un cammino doloroso e faticoso. Ho vissuto giornate cariche di tensione, di ostilità e di ingiustizia. Sono stata travolta da un’ondata di odio mediatico e politico che ha deformato la mia immagine e minato la mia serenità. Ho pagato un prezzo altissimo in termini di salute fisica e mentale: notti insonni, stress costante, una condizione di profonda prostrazione che mi ha portata a un’invalidità fisica e persino a un’alopecia severa
. Sono giunta alla conclusione che non avrei la forza di affrontare nuovamente un simile calvario. Per questo motivo, con grande dolore ma con altrettanta consapevolezza, ho deciso di ritirare la mia candidatura al Consiglio Regionale della Campania. Faccio questo passo non solo per me, ma soprattutto per lei, per la nostra squadra, per tutti i candidati che stanno lavorando con dedizione e passione a questo progetto politico. Non desidero che le vicende personali che mi hanno travolta, e che nulla hanno a che vedere con la politica o con la mia onestà, possano in alcun modo offuscare il lavoro straordinario che stiamo portando avanti”.
“Nell’ultimo anno – prosegue Maria Rosaria Boccia – ho avuto modo di toccare con mano quanto il potere possa essere spietato, soprattutto quando sostenuto da una stampa compiacente capace di stravolgere la realtà, costruendo narrazioni artificiose e crudeli. Ho visto la mia vita privata violata, la mia dignità calpestata, la mia voce messa a tacere mentre altri, protetti e tutelati, hanno potuto mentire impunemente. Ancora oggi, il ricordo di quella mattina di settembre, quando le forze dell’ordine hanno bussato alla mia porta all’alba, mi provoca un dolore che non riesco a descrivere. Cammino per strada e sento negli sguardi delle persone la confusione e il giudizio di chi non conosce la verità. Abbiamo di fronte un sistema che difende i potenti e abbandona chi osa sfidarlo. Un sistema che tutela certe figure pubbliche, garantendo loro corsie preferenziali, mentre lascia nell’oblio le richieste legittime di chi non appartiene alle “vite di serie A”. Io ho scelto di non piegarmi, di non tacere, di DISOBBEDIRE al silenzio imposto da un potere che pretende obbedienza”.


