È sorprendente. Tutti, prima o poi, abbiamo bisogno di cure mediche e il decadimento fisico è già un passaggio complicato da affrontare
Se poi un cittadino deve anche lottare per ottenere un esame o una visita, 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 diventa un percorso a ostacoli. E c’è un punto che nessuno dice apertamente: quando vai dal tuo medico non devi avere neanche per un secondo il dubbio che una prescrizione venga evitata per convenienza. È assurdo che un medico sia perfino costretto a pensarci.
𝐈𝐥 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐢𝐝𝐮𝐜𝐢𝐚 𝐭𝐫𝐚 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐩𝐚𝐳𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞̀ 𝐬𝐚𝐜𝐫𝐨. Così come si dice che è meglio un brutto processo che un bel funerale, allo stesso modo 𝐞̀ 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐮𝐧 𝐞𝐬𝐚𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐮𝐧 𝐞𝐬𝐚𝐦𝐞 𝐧𝐞𝐠𝐚𝐭𝐨. E se si è arrivati a introdurre premi economici legati al numero di prescrizioni significa che le risorse non bastano più e che qualcuno ha scelto la via del taglio invece dell’investimento.
A quel punto la domanda è inevitabile: 𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐢 𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞? La risposta è una sola: 𝐥𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐞 𝐥𝐚 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐨𝐧𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐨 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚, e 𝐢𝐥 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞 𝐭𝐚𝐬𝐬𝐞, perché 𝐜𝐡𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐚𝐠𝐚 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢.
Quando il pubblico rallenta il privato avanza. 𝐀𝐯𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐞 𝐥𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐝’𝐚𝐭𝐭𝐞𝐬𝐚 𝐞𝐬𝐩𝐥𝐨𝐝𝐨𝐧𝐨, quando gli ambulatori sono sotto organico, quando la diagnostica non regge. Avanza perché il cittadino non trova alternative e paga, trasformando un diritto in un costo. Il M5S lo ripete con chiarezza: 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐬𝐢 𝐭𝐮𝐭𝐞𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢, 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞, 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐞𝐳𝐳𝐚𝐭𝐮𝐫𝐞 𝐚𝐝𝐞𝐠𝐮𝐚𝐭𝐞 𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐢𝐧 𝐜𝐚𝐫𝐢𝐜𝐨 𝐭𝐞𝐫𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞.
Senza risorse non c’è universalità, non c’è equità, non c’è diritto. E quando la salute smette di essere garantita a tutti, 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐮𝐧 𝐚𝐟𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐩𝐨𝐜𝐡𝐢.
