Un Paese dove il futuro è misurato in cifre, e la fiducia ha un tasso d’interesse. Ogni cittadino è un numero, un grafico, una curva che sale o scende in base al comportamento. Non esistono più santi né peccatori: solo “affidabili” e “non conformi”
CRIF e Experian sono i nuovi oracoli. Scrutano le nostre vite come un sacerdote scruta le viscere del sacrificio. Un ritardo, una bolletta non pagata, un debito temporaneo e il tuo nome diventa una macchia nel Registro Centrale. Lì dentro non c’è misericordia: solo statistica. Si chiama MISTER X, anche se ormai pochi ricordano il proprio nome. Il suo punteggio è 487. Troppo basso per un mutuo, troppo alto per l’oblio. Un limbo numerico in cui si sopravvive a credito di speranza. Ogni mattina MISTER X accende il terminale e guarda il suo profilo: una schermata azzurra, fredda, impersonale. Affidabilità: bassa. Rischio: moderato. Tendenza: negativa.
Una sentenza quotidiana. Una volta lavorava in banca, ironia della sorte. Poi una separazione, un congedo non pagato, qualche mese di ritardo nel mutuo. Il punteggio è sceso, e con lui la reputazione, il lavoro, la casa.
Nel quartiere lo guardano con sospetto, come si guarda un malato contagioso. Non è colpa mia, prova a spiegare, ma le persone hanno paura di essere associate a un 487. Nel mercato dei dati, anche la frequentazione sbagliata può farti perdere punti. Di notte, Mister x si inoltra nei Banchi Neri, i mercati digitali dove i disperati barattano identità e codici. Lì, tra hacker e mediatori, si sussurra di resettatori: gente capace di cancellare il passato, riscrivere il credito, restituirti un nome pulito.
Ne incontra uno, una donna dagli occhi chiari che si fa chiamare Dalia X. Gli promette un nuovo inizio: Posso farti tornare sopra i seicento. Ma servirà qualcosa in cambio. MISTER X annuisce. Non ha più nulla da perdere nemmeno la dignità, che qui vale meno di un dato verificato. Mentre i codici scorrono sullo schermo, sente un brivido. Sta cancellando se stesso. Una riga alla volta, la sua storia scompare: le rate, i ritardi, i giorni difficili, persino l’acquisto del primo passeggino.
Tutto evaporato in un click. Quando riapre gli occhi, il terminale lampeggia: Punteggio aggiornato: 702. Affidabilità: ottima. Il suo nome è tornato limpido. La Repubblica del Punteggio lo accoglie di nuovo tra i giusti. Ma qualcosa è cambiato. Il numero è perfetto, sì, ma Mister x non sente più nulla.
Cammina per le strade digitali e tutti gli sorridono, le porte si aprono, le offerte fioccano. Eppure nessuno lo guarda davvero. Solo il suo punteggio, fluttuante sopra la testa come un’aureola numerica.
Un giorno riceve una notifica: Gentile utente, abbiamo rilevato anomalie nei suoi dati di origine. Il suo profilo è sotto revisione. Inizia così la caccia. I sistemi incrociano, analizzano, deducono.
Capiscono che c’è stata una riscrittura. E nella Repubblica del Punteggio, il falso è un delitto di blasfemia. MISTER X scappa, ma ogni telecamera, ogni sensore di pagamento, ogni porta elettronica lo riconosce.
Non come un uomo, ma come un errore statistico. Un virus da isolare. Si rifugia nelle periferie, dove vivono i non calcolati quelli senza punteggio, senza nome, senza futuro. Lì, nel buio, scopre che molti come lui stanno costruendo una rete parallela: una società dove non servono codici, dove la fiducia torna a essere una stretta di mano.



