Il Papa: serve conversione ecologica. L’uomo sia custode del Creato, non devastatore

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All’udienza generale, Leone XIV spiega che la speranza cristiana “risponde alle sfide cui oggi l’intera umanità è esposta sostando nel giardino in cui il Crocifisso è stato deposto come un seme, per risorgere e portare frutto”
Ricorda l’invito di Papa Francesco nella Laudato si’ ad avere uno “sguardo contemplativo” di fronte al creato ed esorta auna continua conversione che “ci impegna pubblicamente e attiva solidarietà” così da proteggere Creato e creature dalle “brame dei lupi”

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

C’è un legame tra “spiritualità pasquale ed ecologia integrale”. Ed emerge meditando la pagina del Vangelo di Giovanni che descrive Maria Maddalena in lacrime davanti alla tomba vuota di Gesù nella mattina di Pasqua.

In quel giardino in cui il Maestro è stato sepolto, la donna, affranta e addolorata, non riconosce il Risorto nell’uomo che incontra, pensa sia il custode del luogo.

Gesù le chiede: “Perché piangi? Chi cerchi?”. Parole che Cristo rivolge talvolta anche a noi, osserva il Papa all’udienza generale di oggi, 19 novembre, in piazza San Pietro e che inducono a riflettere sul “rapporto fra la Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale, ossia le nostre sfide”.

Parliamo di una conversione ecologica, che i cristiani non possono separare da quell’inversione di rotta che seguire Gesù richiede loro. Ne è segno il voltarsi di Maria, in quel mattino di Pasqua: solo di conversione in conversione passiamo da questa valle di lacrime alla Gerusalemme nuova.

Tale passaggio, che inizia nel cuore ed è spirituale, modifica la storia, ci impegna pubblicamente, attiva solidarietà che fin d’ora proteggono persone e creature dalle brame dei lupi, nel nome e in forza dell’Agnello Pastore.