(I parte: la storia – II parte: esterno della chiesa – III parte: interno della chiesa)
III parte: interno della chiesa
VERONA – Concludiamo la conoscenza di san Zeno sintetizzandone il magnifico interno ricco di storia e opere d’arte. Già la facciata fa presagire l’interno a tre navate a “croce latina”, in cui la navata maggiore è divisa dalle laterali da pilastri cruciformi e colonne con capitelli a motivi zoomorfi e corinzi di diversa provenienza (edifici romani). Il soffitto ligneo (1386) è “a carena”, l’abside è altissima e gotica; al fondo delle navate minori due scalinate salgono al presbiterio, sotto cui si apre una grande e profonda cripta.
INGRESSO
In contro facciata, a sinistra del portale, c’è una grande croce opera di Lorenzo Veneziano (1860), sotto la quale si trova un imponente battistero ottagonale di marmo della fine del XII secolo; a destra, La lavanda dei piedi del pittore veronese Paolo Morando detto il Cavazzola (1486 – 1522). All’inizio della navata sinistra troviamo invece una vasca di porfido di oltre 2 m di diametro proveniente dalle terme romane, che secondo la leggenda conserva le unghiate del demonio a cui san Zeno la sottrasse.
NAVATA DESTRA
Il primo altare è rinascimentale (1515-1535) e propone, di Francesco Torbido (1482 –1562), Madonna e i santi Anna, Sebastiano, Cristoforo, Zeno e altro santo; dello stesso autore l’affresco Risurrezione, nella lunetta. Seguono, sulla parete successiva, numerosi affreschi (XIV-XV secolo), tra cui un grande San Cristoforo (re Pipino) del 1300 circa, con accanto la Madonna bianca.
Il secondo altare è formato da due fasci di colonne annodate in marmo rosso, sorrette da un leone e da un toro; seguono altri affreschi di varie epoche, che ornano la parete della scala e del presbiterio, dove si notano un’altra Madonna, San Giorgio e la principessa, Risurrezione di Lazzaro e Battesimo di Cristo (XIII secolo).
PRESBITERIO
Rifatto in linee gotiche nel 1386-98 da Giovanni e Nicolò da Ferrara, è chiuso da un parapetto con le statue di Cristo e apostoli di scultore veronese del XIII secolo.
Sull’altare maggiore il famoso trittico del Mantegna (1457-59): al centro Madonna col Bambino in trono, tra angeli musicanti e osannanti, a destra il Battista, S. Agostino, S. Lorenzo e S. Benedetto; a sinistra S. Pietro, S. Paolo, S. Giovanni Evangelista e S. Zeno (da notare l’aureola della Vergine che ricorda e richiama la “Ruota della fortuna” della facciata). In predella Preghiera nell’orto, Crocifissione e Risurrezione, copie degli originali oggi al Louvre e a Tours, lì portati da Napoleone.
Presso l’altare, due formelle lapidee con Annunciazione formano il leggio; nell’abside Crocifissione, San Zeno e altri santi, affreschi di Martino da Verona. Il bel coro ligneo intagliato è del 1443.
Nell’absidiola sinistra e nel catino, parti di pitture del XIII e XIV secolo; davanti, statua policroma di san Zeno che ride, del XIV secolo. Sopra la porta della sacrestia – del XV secolo, con resti di decorazione pittorica, soffitto ligneo e un lavabo del ‘500 – Crocifissione. Si scende nella cripta (XIII secolo) da una scalinata aperta da sette arcate poste su colonne con capitelli scolpiti della prima metà del XII secolo.
Qui si nota una selva di colonne marmoree molto antiche, di provenienze diverse, grandi pilastri affrescati (XIII-XIV secolo) ed una cancellata quattrocentesca in maglie di ferro. Il tutto fa da cornice all’altare-sarcofago, monolite che racchiude le spoglie di san Zeno.
CHIOSTRO
La prima attestazione della presenza del chiostro dell’abbazia di San Zeno risale al X secolo, ma il suo attuale aspetto si deve ad un rinnovamento operato tra il 1293 e il 1313. I quattro lati sono formati da arcate ad arco acuto su due lati e a tutto sesto su gli altri due, sorrette da colonnine binate realizzate in marmo rosso di Verona. Sul lato settentrionale sporge un’edicola quadrangolare in cui si trovava l’antico pozzo dell’abbazia.
Sui muri perimetrali degli ambulacri (corridoio o porticato) sono posti sarcofagi e lapidi sepolcrali, tra cui si distingue la tomba di Giuseppe della Scala, risalente al 1313 e arricchita da una lunetta con affresco di un pittore di scuola giottesca.
Di fianco si apre la porta che conduce alla chiesa superiore, provvista di una lunetta con un affresco degli inizi del Trecento con una Madonna e due angeli.
ANTICHI AFFRESCHI VOTIVI
Le pareti interne della chiesa sono ricoperte da un centinaio di affreschi, alcuni ben visibili, altri meno, per lo più immagini votive del XIII e XIV secolo che non costituiscono un ciclo omogeneo ma sono rappresentazioni individuali, il cui tema predominante è quello della Madonna col Bambino in trono.
Due serie di affreschi sono state attribuite ad un “primo maestro” e ad un “secondo maestro di san Zeno”. Al primo sono riconducibili quelli sotto il protiro dell’Altare delle anime della chiesa inferiore (Presentazione al tempio), una Madonna della Misericordia ed una Madonna in trono con San Giovanni Battista, poste sulla parete sinistra della chiesa superiore.
Il secondo maestro avrebbe affrescato le storie di San Nicola poste nella prima parte della navata destra; sulla stessa parete alcuni affreschi sono corredati da numerosi graffiti: firme, nomi dei santi ma soprattutto veri e propri riferimenti storici legati ad avvenimenti importanti di Verona, come l’alluvione del 1239, il saccheggio della città del 1390 ed il terremoto del 1695.
Post scriptum. Le notizie di questo articolo sono state tratte “et ab hic et ab hoc” da: Collana Guida d’Italia: Veneto (esclusa Venezia), Milano Touring Club Italiano 1992 – Appunti e ricerche di Renato Cortese, fratello dello scrivente- San Zeno: Storia e guida della basilica – Chiese vive, 2023 – Internet – Wikipedia –
Per informazioni: info@chieseverona.it
Nella foto dell’autore: vista generale della volta, dell’abside, delle colonne e della cripta
Franco Cortese Notizie in un click



