Pubblicato il nuovo rapporto dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA): manca efficace minino per i diritti delle persone con disabilità

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Secondo il nuovo rapporto dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) sono oltre 1,4 milioni di persone con disabilità nell’UE che vivono in istituti, poiché l’Unione europea e gli Stati membri non adempiono ai propri obblighi in materia di deistituzionalizzazione ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite (ONU) sui diritti delle persone con disabilità (CRPD).

Dopo il Consultation Meeting on Violence against Persons with Disabilities in Institutions, svoltosi il 21 e 22 ottobre a Vienna, l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) ha ora pubblicato il rapporto conclusivo dal quale emerge come la normalizzazione della violenza, gli ostacoli alla denuncia degli abusi e la mancanza di un monitoraggio efficace minino dei diritti delle persone con disabilità siano oggi in Europa ancora molto presenti.

Alla riunione consultiva dello scorso ottobre – che ha visto la partecipazione di 30 esperti provenienti da 25 Paesi europei – era presente come unica realtà italiana non istituzionale, nella persona del Segretario Generale Samuele Pigoni, Fondazione Time2, da anni impegnata nell’affiancamento di persone con disabilità nel passaggio all’età adulta.

“La pubblicazione del nuovo rapporto della FRA conferma quanto era emerso durante il Consultation Meeting on Violence against Persons with Disabilities in Institutions, al quale abbiamo avuto l’onore di partecipare lo scorso ottobre.” ha dichiarato Samuele Pigoni, Segretario Generale di Fondazione Time2 – “I dati e le analisi dell’Agenzia mostrano con chiarezza che serve adottare misure urgenti per prevenire la violenza attraverso, anche, l’intervento istituzionale.

In quel contesto abbiamo portato la voce e l’esperienza di Fondazione Time2, che da sempre lavora affinché le persone con disabilità possano rappresentare se stesse e partecipare attivamente alla vita pubblica.

Il riconoscimento del ruolo della self advocacy come strumento di prevenzione e di autoprotezione è un passaggio essenziale, così come lo è rafforzare la loro partecipazione diretta nei processi decisionali che le riguardano. Oltre a questo dal report emerge la necessità di superare l’istituzionalizzazione.

Questo significa ricondurre le persone con disabilità nello spazio pieno della vita sociale, rafforzando al contempo una protezione effettiva dalla violenza fondata su norme coerenti, dati attendibili e monitoraggi indipendenti.

Servono canali di segnalazione sicuri, formazione trasformativa per chiunque operi a fianco delle persone con disabilità e strutture capaci di vigilare senza complicità. La partecipazione diretta delle persone interessate non è accessoria, ma il presupposto stesso di politiche giuste: perché senza voce non c’è tutela, e senza riconoscimento non c’è diritto.”

Pigoni ha poi concluso: “Il rapporto diffuso oggi rende ancora più evidente l’urgenza di proseguire in questa direzione: promuovere l’autodeterminazione come diritto e come leva di libertà significa contribuire a costruire un’Europa più giusta e inclusiva, in linea con le raccomandazioni emerse dal meeting e con il percorso che l’Italia sta portando avanti con la recente riforma centrata sul progetto di vita personalizzato e partecipato e l’istituzione del Garante dei diritti delle persone con disabilità, chiamato non solo a vigilare, ma a rendere esigibile quel diritto ad avere diritti che fonda ogni autentica cittadinanza.”

La FRA ha concluso il suo rapporto invitando tutti i paesi dell’UE ad adottare misure urgenti per prevenire la violenza, proteggere le vittime e responsabilizzare le istituzioni.

QUI l’ultimo report della FRA «Places of care = places of safety? Violence against persons with disabilities in institutions» (Luoghi di assistenza = luoghi di sicurezza? La violenza contro le persone con disabilità negli istituti).