Cannabis light, Fratelli d’Italia fa retromarcia sulla “super tassa”. Gli altri nodi irrisolti

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Un nuovo cortocircuito ha scosso i lavori parlamentari sulla manovra di bilancio, questa volta innescato da un emendamento sulla cannabis light.

Il partito della presidente del Consiglio, Fratelli d’Italia, è stato costretto a una repentina marcia indietro dopo aver tentato, attraverso una propria proposta, di reintrodurre la legalità della vendita delle infiorescenze – già bloccata dal “decreto sicurezza” di sei mesi fa – sia pure con una massiccia tassazione.

Il caso è esploso con l’emendamento 28.0.1, firmato dal senatore Matteo Gelmetti di FdI. La proposta mirava a estendere la legge sulla canapa del 2016 anche alle “infiorescenze fresche o essiccate e derivati liquidi” destinati all’uso “da fumo o da inalazione”, a condizione che il contenuto di THC non superasse lo 0,5%.

La novità principale, elemento di contrasto con l’orientamento storico del partito, era nell’introduzione di un’imposta di consumo pari al 40% del prezzo di vendita al pubblico. Le modalità di autorizzazione alla vendita sarebbero state demandate all’Agenzia delle Dogane.